I Poletti ricusano il giudice di Trento

I legali bloccano il processo in extremis, per il crac sentenza rinviata
Ugo e Arrigo Poletti quand’erano a capo del Venezia Calcio
Ugo e Arrigo Poletti quand’erano a capo del Venezia Calcio
 La vicenda legata al crac Aeroterminal non ha certo lesinato colpi di scena negli ultimi due anni. Dai primi scricchiolii del "castello" che i fratelli Poletti stavano cercando di costruire in laguna, nell'estate del 2008, al fallimento con un buco di 187 milioni di euro, nel luglio del 2009, fino all'arresto dei due imprenditori, nel settembre dello stesso anno.
 Ieri, giorno in cui a Trento era attesa la sentenza nel processo che vede imputati Arrigo e Ugo, gli avvocati della difesa hanno presentato istanza di ricusazione di uno dei membri del collegio giudicante, il giudice Enrico Borrelli.  Una carta giocata a sorpresa che ha colto un po' tutti alla sprovvista e che ora rischia di azzerare quanto fatto fino ad ora.  L'annuncio l'ha dato Renzo Fogliata - l'avvocato veneziano che insieme al collega Paolo Doria difende Arrigo - in apertura di udienza. E lo ha fatto con parole pesanti, rivelando d'aver "scoperto" l'incompatibilità di Borrelli solo lunedì scorso, quando ha potuto aver accesso agli atti relativi al processo civile.  Proprio in sede civile, infatti - nel dicembre dello scorso anno - il giudice aveva firmato un'ordinanza di sequestro cautelare per 50 milioni di euro con motivazioni che, per i legali di Poletti, lasciano pochi dubbi sul pensiero di Borrelli.  Nel documento il giudice parlava di «documentata attività distrattiva di dimensioni macroscopiche», scriveva tra l'altro che «le condotte distrattive e le contraffazioni ed alterazioni della contabilità e dei bilanci sono elementi che sussistono fin dall'inizio della società...», di «situazione palesemente irregolare».  Frasi che - sempre secondo Fogliata- lasciano pochi dubbi sull'imparzialità di Borrelli che, tra l'altro, nel corso del processo civile, avrebbe avuto accesso ad atti poi non ammessi in quello penale. «La sentenza è già scritta - ha tuonato il legale veneto - e il lavoro fatto in questi mesi, con documenti e testi, è inutile. Mai mi sono trovato alle prese con una situazione simile».  A Fogliata e Doria si sono uniti quindi anche i legali di Ugo - i trevisani Simona Carolo e Pietro Lombardi - formulando inizialmente a Borrelli un invito ad astenersi. Atto che sarebbe stato illeggitimo e, per questo, il presidente Guglielmo Avolio ha invitato le difese a redigere e presentare la dichiarazione di ricusazione.  Ora spetterà alla Corte d'Appello prendere in esame la richiesta e decidere in merito. Lo farà entro il 22 dicembre, quando è stata fissata la prossima udienza.  Il rischio concreto è che il processo venga annullato e debba riprendere da capo, con un allungamento dei tempi difficilmente stimabile.

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