I mosaici di San Marco restaurati

I mosaici più antichi di San Marco tornati al loro splendore. Restaurati e mostrati ai fedeli e ai visitatori nella loro bellezza originale. Sala dello Stendardo strapiena, ieri sera, alla Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, per la lezione dell’architetto Ettore Vio, proto emerito della Basilica di San Marco. Nell’ambito della rassegna «La Scuola in Città» è stata organizzata la conferenza di Vio dal titolo «La Basilica di San Marco: i mosaici del “portal grando” restaurati». Al centro della serata proprio la meraviglia di recente sistemata dalle maestranze della Basilica, inaugurata il 29 gennaio scorso dal patriarca Francesco Moraglia. I quattro evangelisti Matteo, Luca, Marco e Giovanni, nelle nicchie del registro inferiore. E i mosaici del registro superiore, sopra l’entrata monumentale, con gli apostoli: Pietro, Giacomo, Simone e Filippo, Paolo, Andrea, Tommaso e Bartolomeo. A curare il delicato restauro i giovani mosaicisti della Procuratoria Franco Favaro e Gianbattista Miani, scomparso il 25 agosto del 2015 proprio mentre lavorava sull’impalcatura, Enrico Durì e Fabio Cazzaro. Opera certosina, con antica sapienza e tecniche tradizionali. «La ricerca», ha ricordato Vio, «è stata compiuta attraverso l’utilizzo di un diapason. Quando il suono cambiava, si era in presenza di un distacco dal muro della chiesa». Il consolidamento è stato fatto a base di iniezioni di calce e polvere di marmo e di cotto, con fori del diametro di due millimetri fra una tessera e l’altra.» Una meraviglia unica al mondo, quella dei mosaici di San Marco. Realizzati in fasi successive a partire dalla metà dell’XI secolo da maestranze bizantine chiamate a Venezia per realizzare la grande Basilica. 8 mila metri quadrati di meraviglia, che hanno bisogno di cure continue. Il tempo provoca infatti qualche problema, compresi i distacchi di tessere d’oro dal mosaico. Un’opera di manutenzione avviata adesso dalla Procuratoria. Conclusa quella dei mosaici del nartece, l’anti -ingresso della basilica realizzato in epoca successiva, per proteggere l’entrata. La data probabile della costruzione tra il 1105 e il 1125, per i restauri dopo i terremoti de 1116 e 1121 che hanno lasciato segni di spostamenti nella struttura ad arcate. I riferimenti sono a quelli della chiesa di Hosios Lukas realizzata intorno agli anni 40 del 1000».
Alberto Vitucci
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