I giganti del mare a Marghera: «Con il vento percorso a rischio»

MARGHERA. «Nelle condizioni meteo di domenica scorsa la navigazione di una grande nave da crociera lungo il canale Malamocco-Marghera sarebbe stata ancora più pericolosa». Un allarme lanciato dal Comitato «No Grandi navi» e dal suo portavoce Armando Danella. Secondo uno studio tecnico citato da Danella, tre rimorchiatori e le eliche della nave in alcuni casi «non sarebbero sufficienti» a fermarne la deriva e lo scarroccio sotto la spinta del vento.
«Spostare il traffico di queste navi incompatibili con la laguna a Marghera», conclude l’associazione, «potrebbe rivelarsi un rischio. Perché con un vento sopra i 40 nodi la nave avrebbe rischiato di finire nelle secche lagunari o addosso alle banchine industriali di Marghera».
La simulazione prevede che la nave sia investita da un vento di bora o di scirocco al traverso di almeno 20 nodi l’ora. La nave di grandi dimensioni ha una murata di «opera morta», cioè la superficie verticale esposta al vento, di circa 15 mila metri quadrati.
«Qui un vento di 20 nodi l’ora», scrive Danella, «produce circa 90 tonnellate di spinta. La nave può opporre la forza delle eliche e dei thrusters, i motori laterali che però con velocità prossima ai sei nodi non sono molto efficaci. E poi con i rimorchiatori. «Ma la potenza dei rimorchiatori», continua l’esponente del comitato, «diminusce allargando l’angolo rispetto all’asse della nave».
L’elaborazione di tutti questi dati», conclude Danella, «potrebbe dimostrare che la somma delle forze in campo per contrastare la deriva può essere inferiore alla spinta della forza del vento». Conclusione: il tracciato dalla bocca di porto di Malamocco a Marghera (compreso il canale Vittorio Emanuele e il bacino di evoluzione) risulterebbe «insicuro e pericoloso per la navigazione delle grandi navi.
«Lungo il percorso di almeno 21 chilometri in laguna», sostiene Danella, «vengono meno i parametri di sicura operatività». «L’evento meteo», si legge nella relazione inviata al ministero delle Infrastrutture, «e il forte vento aggiungono un ulteriore elemento di criticità rispetto a quelli già denunciati.
Come gli impatti negativi sulla idrodnamica e morfologìa lagunare, milioni di metri cubi di fanghi per lo più inquinati; la commistione di traffico che penalizza le navi commerciali: le bonifiche e le interfernze con le paratoie del Mose, i tempi lunghi di realizzazione».
Per questo soluzioni che prevedevano di lasciare le navi incompatibili all’interno della laguna», dice con forza il comitato, «vanno respinte». Ma anche quella ipotizzata dal ministero di attrezzare nell’immediato alcune banchine al Molo A oppure Fusina, al terminal traghetti. E i progetti presentati», avverte il comitato, «dovranno tutti tener conto di questi studi documentati e ben conosciuti dai comandanti, oltre a passare l’esame della Valutazione di Impatto ambientale».
Su un punto il comitato sembra essere d’accordo con il ministero di Toninelli: L’ipotesi Marghera non è sicura. Dibattito che si infiamma in attesa della «soluzione». «In tempi brevi avremo una proposta per mettere per sempre le navi fuori della laguna», ha detto all’indomani dell’ultimo incidente, «e anche una provvisoria». —
A.V.
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