I documenti erano falsi, i beni inesistenti

Così funzionava il raggiro. I profitti divisi in base a percentuali fisse
 
MESTRE.
I proventi illeciti della frode, hanno accertato alla Polizia Tributaria, venivano suddivisi in percentuale. Dal 30 al 40% alle imprese utilizzatrici; dal 1 al 10 per cento ai fornitori e dal 40 al 50%, la fetta più grossa, agli ideatori che con quei soldi acquistavano appartamenti, titoli e conducevano una vita agiata. Il meccanismo era attivo dal 2003 ma il picco si è registrato tra 2006 e 2007. 22 le denunce alla Procura di Venezia che hanno dato il via all'indagine. Secondo i finanzieri, i 211 beni a volte esistevano solo nei documenti falsi: erano mezzi mai costruiti o mai posti in commmercio. In altri casi non erano nella disponibilità delle imprese fornitrici. Tra le 12 imprese fornitrici ci sono aziende di Roncade, Mogliano, San Donà di Piave, Noventa Padovana, Favaro Veneto (la Comac), Saccolongo (Padova), Legnano (Milano), Mestre (la Tagliapietra Maurizio di via Emo) e Marcon (la Fermac). La Gran Mac Europe e la Mac Edil di Sergio Alfier, tra i sette colpiti dai provvedimenti cautelari, hanno da sole incassato proventi illeciti per quasi 14 milioni di euro. Nove milioni di euro, il 26% dell'ammontare della frode, per la Mac Edil Sas e oltre 4 milioni e mezzo la Gran Mac Europe (14%). Le aziende che, compiacenti, hanno rivestito il ruolo di utilizzatori sono 138. Anche qui, dicono le Fiamme gialle, ci sono casi diversi: la partecipazione a volte è stata occasionale, spesso legata al momento di crisi economica e alla necessità di ottenere un un credito e in altri casi è stata reiterata e sistematica. Ci sono casi di imprese che avrebbero stipulato da 2 a 10 contratti di leasing per beni inesistenti. Tra le 21 società di leasing truffate le più colpite sono la Fortis (9 milioni e 805 mila euro), la SBS Leasing (4 milioni 740 mila euro), la Locafit del gruppo Bnl (3 milioni e 862 mila euro), la Autobahn Lease Spa (valore di 2 milioni e 754 mila euro). (m.ch.)

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