I condòmini boicottano la rampa per disabili

Denuncia di un malato: «Mi hanno deriso perché non volevano la struttura autorizzata dalla legge»

Lui è un uomo di 56 anni, affetto da una malattia neurodegenerativa. Il condominio è uno dei tanti di Mestre, androne e scale nemmeno di pregio. Ma al momento di installare una rampa per aiutare il malato a raggiungere la propria abitazione e di là andare al lavoro, scoppia la guerriglia. Infuocate assemblee di condominio, opposizione alla «modifica del vano scale di proprietà comune».

A denunciare la triste storia è lo stesso T.V., che da qualche anno deve convivere con la sua malattia rara. «La nostra proposta di rendere anche esteticamente accettabile la modifica», racconta, «non è stata accolta. Da lì sono cominciate piccole ritorsioni e dispetti quotidiani, addirittura derisione, piccole frasi lanciate al mio passaggio. Una vergogna». L’intervento contestato riguarda l’abbattimento delle barriere architettoniche – previsto dalla legge negli edifici pubblici – con l’annullamento della pendenza sui quattro scalini dell’entrata dell’edificio. Un modo per consentire alla carrozzina dell’uomo di salire agevolmente e raggiungere la sua casa al piano rialzato. «Abbiamo presentato anche un progetto», continua, «approvato dall’Edilizia privata. Tutto in regola, dunque, ma al momento di fare i lavori è cominciata la resistenza dei condòmini». Una situazione che secondo i familiari di T.V. ha provocato anche delle conseguenze, stress quotidiano che ne ha aggravato lo stato di salute. Eppure l’uomo aveva subito chiarito che lavori e spese sarebbero stati a suo carico, e che la legge in questi casi non consente di rifiutare a una persona disabile l’accesso alla sua abitazione. T.V., veneziano di origine, abita da vent’anni in quel condominio. «Mai avrei pensato una cosa del genere», dice, «che ci fosse in giro tanta cattiveria. La situazione si è modificata dopo l’arrivo nell’edificio di alcuni nuovi nuclei familiari. E il progetto presentato per la piccola rampa, ricoperta di piastrelle e costruita con tutte le cautele del caso, è stato alla fine approvato dal Comune, in base alla legge sull’accesso garantito ai portatori di handicap e realizzato. Da allora sono cominciati i «piccoli dispetti». Adesso T.V., conosciuto nel quartiere perché nonostante la sua sfortuna è una persona buona e con molti interessi culturali, fa appello alle «tante persone buone, che invece di fare dispetti vogliono aiutare gli altri, soprattutto chi è in difficoltà e non per colpa sua». «Ma intanto», dice, «sono costretto con tristezza a denunciare questa vergogna».(a.v.)

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