I comitati: «Pericoloso» Il Comune: «Così Porto Marghera si rinnova»

Soddisfazione ma anche timori per il via libera del Ministero dello Sviluppo economico al deposito di gas naturale liquefatto della Venice Lng (gruppo Decal) a Porto Marghera.

La soddisfazione arriva da parte del Comune. L’assessore Simone Venturini: «È un progetto sostenuto con convinzione dall’amministrazione comunale di Venezia. Si tratta di un investimento estremamente significativo, cofinanziato dall’Unione Europea, in grado di generare posti di lavoro qualificati e garantire un nuovo servizio al Porto di Venezia e all’intero Nordest. Sempre di più, infatti, il trasporto marittimo di nuova generazione si baserà sul Gnl e la presenza di impianti come questo all’interno di un Porto rende lo scalo più competitivo».

Secondo Venturini «sono inoltre evidenti i vantaggi in termini ambientali: rispetto ai carburanti tradizionali, il Gnl produce quantità molto inferiori di anidride carbonica, di polveri sottili e di emissioni inquinanti. L’arrivo dell’impianto di Venice Lng rafforza e conferma una nuova fase per Porto Marghera, costruita in questi ultimi anni, legata all’innovazione, alla riconversione di precedenti impianti, alla creazione di nuove forme di produzione legate all’economia circolare». Tra i comitati ambientalisti non si respira però lo stesso ottimismo. «I dubbi restano tutti», spiega Roberto Trevisan, dell’Assemblea permanente contro il rischio chimico, «sia per la natura del deposito, inserito in un contesto ad alto rischio come Porto Marghera, sia perché non c’è vera riconversione verso l’energia pulita e rinnovabile».

Ma i maggiori timori riguardano la sicurezza, avendo a che fare un gas non odorizzabile – le fuoriuscite quindi non si percepiscono – e fortemente infiammante. Nel percorso per le autorizzazioni L’Assemblea avevano presentato una serie di osservazioni. «In caso di incidenti», scrivevano, «si rischia un effeto domino sugli impianti vicini». —

f.fur.

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia