I carabinieri arrestano quattro spacciatori con il vizio dell’usura

ORIAGO. I carabinieri hanno interrotto l'operato di un gruppo di spacciatori che aveva messo in piedi una fiorente attività di acquisizione e spaccio di grosse partite di droga nel veneziano e nel trevigiano: arrestati e portati in carcere i fratelli Berisha Gezim e Berisha Albrim, di etnia kosovara, unitamente e Bequiraj Dorian e Hoxhallari Drini, di origine albanese, posti al vertice del gruppo.
In tutto sono stati sequestrati, in più occasioni, quasi 20 chilogrammi di droga, di cui quasi 17 di marijuana in un colpo solo.
Partendo “dal basso” - riscontro di spaccio su strada ed acquisizioni informative sul territorio - gli investigatori hanno individuato i responsabili ad un livello superiore, i quali avevano costituito una prolifica rete di acquisizione della sostanza e distribuzione sul territorio.
Due i rami dell'attività: da una parte, i fratelli Berisha gestivano il traffico della cocaina, nella terraferma veneziana ma in particolare nel centro storico della città lagunare; dall'altra i due albanesi, che si occupavano prevalentemente della cessione di grosse partite di marijuana, destinata in tutta la provincia di Venezia, nel trevigiano - i due avevano una base logistica a Mogliano, dove veniva anche preparata la sostanza - e nel pordenonese.
Attività che veniva condotta in maniera "professionale" - i soggetti non erano impiegati in mansioni di altro tipo ed adottavano una serie innumerevole di precauzioni: il linguaggio criptico, l'interscambiabilità dei ruoli e modalità molto accorte di custodia: basti pensare che in occasione del sequestro dei 17 chilogrammi di marijuana fatto nello scorso marzo, la droga era custodita nel rottame di un'automobile parcheggiata nelle adiacenze di un'abitazione di Oriago di Mira, avvolta in involucri ed ulteriormente occultata in involti imbevuti di gasolio ed altre sostanze dal forte odore, per coprire quello della droga - ed estremamente decisa, accompagnata dalla commissione di intimidazioni ed estorsioni per garantire il recupero dei crediti dai clienti debitori e, in alcuni casi, dalla concessioni di prestiti usurai per consentire agli stessi l'acquisto della sostanza.
Sono stati infatti contestati ai due fratelli Berisha anche l’estorsione verso i clienti debitori, attraverso intimidazioni e minacce fatte anche con armi, ed il reato di usura: ad esempio, in un caso, a fronte del prestito di 5000 euro ad un cliente, gli stessi hanno preteso la restituzione dopo 5 mesi della somma di 8000 euro.
Anche per tale motivo, in relazione alla pericolosità degli arrestati, le indagini hanno subito un'accelerazione, per tutelare l'incolumità fisica di alcuni tra i soggetti coinvolti.
Abbastanza variegato il parco clienti: si passa dagli studenti, più interessati alla marijuana, ai liberi professionisti, con preferenza per la cocaina, per un giro di affari abbastanza vasto. Veniva immesso in terraferma e nel centro storico lagunare quasi mezzo chilo di cocaina a settimana; con riferimento alla marijuana venivano invece effettuati periodici carichi di vari chili di sostanza stupefacente, destinata ad un mercato più vasto.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia








