I carabinieri arrestano padre e figlio

MIRA. I carabinieri di Mira arrestano padre e figlio a poche ore di distanza l’uno dall’altro, per reati però differenti. Tutto è cominciato qualche giorno fa quando una donna di origini venezuelane ha raggiunto una abitazione lungo la Romea a Mira e ha telefonato al 112 chiedendo aiuto ai militari dell’Arma.
La donna, disoccupata e in preda al panico ha raccontato di essere scappata dal suo aguzzino, conosciuto poco prima, che, sotto la minaccia di un coltello, l’aveva costretta a prostituirsi sulla Romea a Gambarare, fornendole una dotazione base del mestiere: preservativi e fazzoletti.
I carabinieri si sono subito recati sul posto e portato in salvo la donna, mettendosi alla ricerca dello sfruttatore che l’aveva minacciata di morte. Partendo dalla segnalazione della donna, i carabinieri hanno individuato l’auto dell’uomo e l’hanno immediatamente bloccata nella zona di Dogaletto controllandola minuziosamente. Dall’abitacolo sono saltate fuori scatole di preservativi, completi intimi e un coltello multifunzione. L’uomo, M.K., classe 1960 di origini croate, è stato condotto in caserma dove, concluse le operazioni di identificazione e gli accertamenti, è stato dichiarato in stato di arresto per sfruttamento della prostituzione e minacce aggravate, e portato in carcere a Venezia .
Ma le sorprese non sono finite qui. Il giorno successivo all’arresto del croato, in caserma dei carabinieri di Mira Taglio in via Toti, si è presentato il figlio dello sfruttatore per ottenere l’auto sequestrata dai militari dell’Arma per farsela in qualche modo restituire. È scattato così il rituale accertamento sulle generalità della persona, ma, durante le verifiche, i carabinieri hanno scoperto che il giovane era ricercato perché colpito da ordine di carcerazione per un furto commesso nel 2010 a Marghera. Il figlio dello sfruttatore, insomma incautamente e inconsapevolmente, si è in consegnato ai carabinieri. Anche per lui si sono aperte le porte del carcere a sole 24 ore di distanza dal padre. Ma di sorprese potrebbero essercene altre ancora.
Sono tuttora in corso ulteriori verifiche sul caso, per capire se ci sono elementi di collegamento fra il caso di minacce e sfruttamento, denunciato dalla venezuelana, e casi analoghi segnalati nelle ultime settimane. Per questi specifici servizi proseguiranno nei prossimi giorni nell’area di Mestre e in tutto il territorio circostante. (a.ab.)
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