I 60 anni della gioielleria Carraro «Tramando l’esperienza di papà»

L’anniversario
Anni di crisi e serrande abbassate. Ma c’è chi resiste, non si perde d’animo e tira diritto. La gioielleria Carraro, a Noale, spegne 60 candeline. Un fatto raro. Nonostante la crisi di questi due lustri, Carraro ha saputo difendersi e rinnovarsi. Era il 14 gennaio 1960, quando Francesco Carraro aprì un negozio di riparazione orologi al civico 31 di via Tempesta, in pieno centro. Come succedeva in quegli anni, partì come apprendista dallo storico orologiaio di piazzetta del Grano, Antonio Baldan, per poi decidere di mettersi in proprio. Ultimo di otto figli, ebbe una gran passione per il violino, tanto da suonare nelle chiese di Noale e San Nicolò a Treviso. Ma il suo amore per la musica sconfinò anche nel canto, tanto da far parte del coro del duomo di Treviso. Aiutato dalla moglie Nella, un po’ alla volta seppe crearsi un buon ritaglio di clienti nel settore. La coppia ebbe tre figli: Paolo, Giuseppe e Tecla ma solo il primo, seguì le orme del genitore. «Mi diplomai nel 1985 in ragioneria» racconta «e subito iniziai a imparare il mestiere. Entrai in società con mio padre, facemmo un’impresa familiare e poi lui smise nel 2000 (morì nel 2011 a 75 anni ndr). Adesso porto avanti una ditta individuale al civico 32, sempre di via Tempesta, dopo essere stati al numero 15 sino a giugno 2016».
In sei decenni di lavoro, molte cose sono cambiate ma una sola è rimasta intatta: quel rapporto umano con il compratore che altrove non esiste più. «C’è sempre» continua Paolo Carraro «perché poi c’è l’assistenza post vendita e quando vengono in negozio li consiglio. Adesso si vende bene il gioiello in acciaio ma tirano ancora il braccialetto, l’anello, l’orologio. Poi sono rispettate le feste, come i gioielli per il battesimo, la comunione, la cresima». Ma in un’era dove tutto, o quasi, ruota via social, anche per il corteggiamento, il caro e vecchio romanticismo regge ancora. «Fare un presente alla propria moglie, compagna o fidanzata» prosegue Paolo Carraro «è sempre in voga. Vengono qui uomini di tutte le età, anche stranieri: sono gesti sempre ben apprezzati». Anche su questo, la tradizione resiste. —
Alessandro Ragazzo
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