«I 1600 anni di Venezia la città non è coinvolta un’occasione persa»

Misteri sulle iniziative dei 1600 anni. A meno di quattro settimane dal 25 marzo (data comunque scelta secoli fa a tavolino quando andava di moda avere un mito di origine delle città), il consigliere comunale Pd Giuseppe Saccà pone per l’ennesima volta domande sui come sono state organizzate le iniziative per i festeggiamenti. «Il più bel regalo che l’attuale amministrazione può dare alla città è di nominare un assessore alla cultura degno di questo nome. Più e più volte come gruppo abbiamo sollevato la questione» spiega il consigliere. «Nelle commissioni, in consiglio comunale quando era pertinente e addirittura proponendo un emendamento al Bilancio per discuterne e mettere i puntini sulle “i”, ma ogni volta non c’è stata la minima volontà di spiegare con che criteri sono stati organizzati gli eventi, come sono stati scelti e che budget è stato utilizzato». Saccà ha ricapitolato quello che si sa: che c’è un logo, che si sta formando un comitato e che c’è una call aperta ad associazioni e istituzioni, ma sui soldi che si vorranno investire, sulla provenienza dei fondi (pubblici o privati) dice che non si sa nulla. «Pare quindi che ad oggi ci sia solo un contenitore vuoto e senza sostanza» dichiara. «Questo appuntamento poteva essere un modo per chiamare a raccolta le associazioni e le istituzioni del territorio su alcuni temi che appartengono alla storia veneziana, ma che allo stesso tempo ci raccontano del presente. Mille le opportunità di lavoro e riflessione, ma è evidente che per questa Giunta è troppo complicato fare un salto di qualità e guardare oltre la logica dei grandi eventi che ha fagocitato in questi anni tutta la produzione culturale del Comune».

Il consigliere sostiene che la gestione degli eventi dei 1600 anni è molto rappresentativa di come l’amministrazione non sia attenta ai luoghi della cultura. «Le città sono da sempre l’epicentro di forze creative, di innovazione, sono un modello aggregativo per eccellenza, ma la gestione Brugnaro ha sfiancato molte realtà culturali e sociali, e questo ben prima dell’emergenza sanitaria. Se non partiamo dal capitale sociale esistente, Venezia rimarrà un parco a tema». —

V.M.

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