Ha 30 milioni di lire in casa Non può convertirli in euro

Chiede di cambiare 30 milioni di lire in euro, ma scopre – amaramente – che la Banca d’Italia non effettua più la conversione e che il suo denaro è da considerarsi perduto. E’ solo uno dei cinque...

Chiede di cambiare 30 milioni di lire in euro, ma scopre – amaramente – che la Banca d’Italia non effettua più la conversione e che il suo denaro è da considerarsi perduto. E’ solo uno dei cinque casi che l’associazione consumatori Adico ha avuto per le mani negli ultimi giorni. Sono infatti 5 le persone (3 delle quali della zona di Venezia) che si sono già rivolte all’ufficio legale dell’associazione per vagliare la possibilità di un’azione giudiziaria, per un importo totale che supera gli 80 milioni di vecchie lire.

«Ma stimiamo siano decine i cittadini che potrebbero decidere di promuovere analogamente un giudizio, spinti dalla comprensibile rabbia e dalla delusione per essere stati gabbati proprio dallo Stato che dovrebbe tutelarli. Noi li sosterremo», scrive Adico.

Adico Associazione Difesa Consumatori è pronta ad andare fino in fondo sulla questione della prescrizione anticipata della lira, stabilita dal governo lo scorso 6 dicembre, puntando alla Corte Costituzionale. E per questo invita tutti i cittadini che abbiano ancora in casa gruzzoli del vecchio conio e si sentano danneggiati dal provvedimento a rivolgersi all’associazione per promuovere un giudizio che mira a far dichiarare incostituzionale l’articolo 26 del cosiddetto “Decreto Salva-Italia”, poi divenuto legge con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del 22 dicembre 2011. Due le motivazioni sostenute da Adico: da una parte il grave danno economico arrecato a quelle famiglie che hanno visto trasformarsi da un giorno all’altro in carta straccia decine di milioni di lire, dall’altra la mancanza di informazione sul decreto.

Avvalersi del giudizio della Corte Costituzionale, però, non è così facile, spiega Adico: «La questione di legittimità costituzionale non può essere sollevata direttamente da un singolo cittadino, ma solo dagli organi della magistratura: noi però possiamo assistere il cittadino nel promuovere un giudizio ordinario al tribunale o al giudice di pace».

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