Guerrieri parla, subito scarcerato
L'imprenditore mestrino «pentito» non racconta solo di Carlon e Ragno

Un incontro della cricca in una foto scattata dalle Fiamme Gialle
C'è un quarto imprenditore che collabora con il pubblico ministero Stefano Ancillotto nelle indagini sulla cricca che gestiva gli appalti dell'Edilizia in Provincia. E' uno degli arrestati che, anche grazie al cambiamento di linea difensiva, ha ottenuto la libertà. Si tratta del mestrino Dario Guerrieri, che non è più agli arresti domiciliari dopo un lungo interrogatorio durante il quale ha riferito importanti particolari che non riguardano soltanto Claudio Carlon e Domenico Ragno. Così, nei giorni scorsi, il giudice veneziano Antonio Liguori, lo stesso che ha firmato le sette ordinanze per corruzione, peculato e falso, ha trasformato gli arresti domiciliari in obbligo di firma per due volte la settimana. Il segnale nei confronti di Guerrieri è venuto dallo stesso rappresentante della Procura: sarebbe stato il pm, che dopo l'interrogatorio, ha avanzato la richiesta di scarcerazione di Guerrieri. Evidentemente, l'imprenditore mestrino deve aver vuotato il sacco fino in fondo, stando alla valutazione del magistrato, anche perchè non si sarebbe limitato a parlare delle bustarelle, dei regali e dei lavori gratuiti a favore dell'ingegnere e del geometra dell'ufficio Edilizia, ma anche di denaro che sarebbe passato attraverso di loro ma per altre persone. Restano in carcere, uno a Belluno l'altro a Treviso, invece, gli imprenditori Rino Spolador e Silvano Benetazzo, come del resto Carlon e Ragno, il primo a Vicenza, il secondo a Venezia. I difensori dei due impresari hanno chiesto la scarcerazione per gravi motivi di salute e il giudice ha disposto una perizia medica per stabilire se le loro condizioni sono compatibili o meno con la loro permanenza in una cella, ma la risposta deve ancora arrivare. Mentre gli avvocati Antonio Franchini e Cristiana Cagnin hanno preannunciato ricorso in Corte di Cassazione contro la decisione del Tribunale del riesame lagunare che ha respinto le loro richieste. nel caso il pubblico ministero avesse l'intenzione di chiededere il rito immediato nei confronti dei sette indagati colpiti dalla misura cautelare i tempi si allungano perchè il rappresentante dell'accusa deve attendere la decisione della Cassazione prima di chiedere il processo, saltando l'udienza preliminare e in considerazione delle prove evidenti. Guerrieri è il quarto imprenditore «pentito» della cricca, dopo Alessandro Gambaro, Mario Pacella e Plinio Basso. Inizialmente si era avvalso della facoltà di non rispondere, poi i suoi difenbsori, gli avvocati Rodolfo Bettiol e Tommaso Politi, avevano chiesto la sua scarcerazione al Tribunale del riesame sostenendo che non era un corruttore, ma un imprenditore costretto a pagare per poter lavorare. Ma il Tribunale ha respinto questa tesi. A quel punto Guerrieri, che tra l'altro ha chiuso la sua attività da mesi, ha deciso di parlare. E' probabile che nei prossimi giorni il pm Ancillotto e i finanzieri del Gico compiano accertamenti sulla base della segnalazione dell'ufficio legale della Provincia. L'avvocato Roberto Chiaia, infatti, venerdì ha consegnato al magistrato i risultati delle prime indagini interne agli uffici, segnalando irregolarità anche nell'appalto per la gestione dei bar nelle scuole - sono venti - affidato alla Ristosystem di Paolo Bordin, assessore a Campolongo Maggiore, gara come quelle per la ristrutturazione edilizia affidata all'ufficio di Carlon. di Giorgio Cecchetti C'è un quarto imprenditore che collabora con il pubblico ministero Stefano Ancillotto nelle indagini sulla cricca che gestiva gli appalti dell'Edilizia in Provincia. E' uno degli arrestati che, anche grazie al cambiamento di linea difensiva, ha ottenuto la libertà. Si tratta del mestrino Dario Guerrieri, che non è più agli arresti domiciliari dopo un lungo interrogatorio durante il quale ha riferito importanti particolari che non riguardano soltanto Claudio Carlon e Domenico Ragno. Così, nei giorni scorsi, il giudice veneziano Antonio Liguori, lo stesso che ha firmato le sette ordinanze per corruzione, peculato e falso, ha trasformato gli arresti domiciliari in obbligo di firma per due volte la settimana. Il segnale nei confronti di Guerrieri è venuto dallo stesso rappresentante della Procura: sarebbe stato il pm, che dopo l'interrogatorio, ha avanzato la richiesta di scarcerazione di Guerrieri. Evidentemente, l'imprenditore mestrino deve aver vuotato il sacco fino in fondo, stando alla valutazione del magistrato, anche perchè non si sarebbe limitato a parlare delle bustarelle, dei regali e dei lavori gratuiti a favore dell'ingegnere e del geometra dell'ufficio Edilizia, ma anche di denaro che aarebbe passato attraverso di loro ma per altri, probabilmente un livello superiore. Restano in carcere, uno a Belluno l'altro a Treviso, invece, gli imprenditori Rino Spolador e Silvano Benetazzo, come del resto Carlon e Ragno, il primo a Vicenza, il secondo a Venezia. I difensori dei due impresari hanno chiesto la scarcerazione per gravi motivi di salute e il giudice ha disposto una perizia medica per stabilire se le loro condizioni sono compatibili o meno con la loro permanenza in una cella, ma la risposta deve ancora arrivare. Mentre gli avvocati Antonio Franchini e Cristiana Cagnin hanno preannunciato ricorso in Corte di Cassazione contro la decisione del Tribunale del riesame lagunare che ha respinto le loro richieste. nel caso il pubblico ministero avesse l'intenzione di chiededere il rito immediato nei confronti dei sette indagati colpiti dalla misura cautelare i tempi si allungano perchè il rappresentante dell'accusa deve attendere la decisione della Cassazione prima di chiedere il processo, saltando l'udienzxa preliminare e in cionsiderazione delle prove evidenti. Guerrieri è il quarto imprenditore «pentito» della cricca, dopo Alessandro Gambaro, Mario Pacella e Plinio Basso. Inizialmente si era avvalso della facoltà di non rispondere, poi i suoi difenbsori, gli avvocati Rodolfo Bettiol e Tommaso Politi, avevano chiesto la sua scarcerazione al Tribunale del riesame sostenendo che non era un corruttore, ma un imprenditore costretto a pagare per poter lavorare. Ma il Tribunale ha respinto questa tesi. A quel punto Guerrieri, che tra l'altro ha chiuso la sua attività da mesi, ha deciso di parlare. E' probabile che nei prossimi giorni il pm Ancillotto e i finanzieri del Gico compiano accertamenti sulla base della segnalazione dell'ufficio legale della Provincia. L'avvocato Roberto Chiaia, infatti, venerdì ha consegnato al magistrato i risultati delle prime indagini interne agli uffici, segnalando irregolarità anche nell'appalto per la gestione dei bar nelle scuole - sono venti - affidato alla Ristosystem di Paolo Bordin, assessore a Campolongo Maggiore, gara come quelle per la ristrutturazione edilizia affidata all'ufficio di Carlon.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia
Leggi anche
Video