Grandinata sui vigneti, danni al 70% della produzione

SAN DONÀ
All’indomani delle grandinate che hanno devastato il Veneto Orientale, il bilancio per l’agricoltura è pesante. Per le aziende colpite la stima delle perdite si aggira intorno al 60-70%, con punte per i vigneti che oscillano tra il 70 e il 100% della produzione. I più fortunati possono fare i conti con perdite limitate al 40%.
Oltre alla zona dei vigneti del Lison-Pramaggiore, la grandine ha colpito nella tarda serata di lunedì anche Musile, Caposile, l’area a sud di San Donà tra Chiesanuova e Passarella, nonché Cavallino-Treporti. Non solo vigneti, dunque. Anche i campi di soia hanno subito forti danni, fortunatamente in una fase di crescita in cui è ancora possibile che la pianta reagisca. Mentre rischiano di essere compromesse le coltivazioni di mais, colpite nella fase avanzata della fioritura.
A Cavallino-Treporti alcune serre sono state scoperchiate dal forte vento, in altre la grandine ha bucato il nylon. «Abbiamo ricevuto decine di segnalazioni. La rottura del nylon di una serra comporta la spesa di migliaia di euro», spiega Marica Mazzaro, segretaria di zona Coldiretti a Cavallino, «una situazione che non fa che appesantire le difficoltà in un periodo già molto complesso». Ieri i tecnici di Coldiretti e Cia Venezia hanno compiuto i sopralluoghi nelle aziende danneggiate. Nella zona del Lison, sono state colpite soprattutto le località di Annone, Pramaggiore e Portogruaro.
«I danni maggiori si sono verificati nel Portogruarese», conferma il presidente di Cia Venezia, Paolo Quaggio, «tra Lison, Spadacenta, Belfiore e Pradipozzo la situazione è terribile. Problemi nel Sandonatese, nell’area Chiesanuova, Passarella, via Armellina. L’area è circoscritta, perché vasta 100 ettari, ma quei raccolti sono completamente distrutti. Ci siamo messi in contatto con i tecnici di Avepa e daremo assistenza ai nostri agricoltori. Abbiamo consigliato di fotografare i danni e fare pagamenti tracciati per il ripristino delle serre. Se si potranno presentare domande per i ristori, lo faremo. Abbiamo avuto una primavera fredda e piovosa, un’estate siccitosa e ora caratterizzata da eventi estremi. Circostanze che stanno mettendo a dura prova le colture». Adesso in campagna si guarda con preoccupazione al meteo, che per domani prevede nuove piogge. «C’è molta preoccupazione per la perturbazione attesa», conclude Andrea Colla, presidente provinciale di Coldiretti, «un fenomeno che potrebbe causare altre perdite, in uno scenario in cui si evidenzia già una diminuzione di grappoli sulle varietà precoci (Pinot, Chardonnay), ma anche a livello locale per la Glera». Paradossi dei cambiamenti climatici: nella quarta estate più siccitosa di sempre, gli agricoltori non possono sperare in una pioggia ristoratrice perché foriera di fenomeni estremi. —
GIOVANNI MONFORTE
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