«Grandi progetti, non tagliateci fuori»

Sindacati soddisfatti per i nuovi investimenti di Rfi e Cipe, ma chiedono di conoscere meglio gli interventi annunciati
Gianni Favarato
Disagi alla stazione ferroviaria di Mestre a causa dell'introduzione del nuovo orario cadenzato
Disagi alla stazione ferroviaria di Mestre a causa dell'introduzione del nuovo orario cadenzato

I sindacati dei lavoratori delle ferrovie vogliono maggiori informazioni e certezze sullo stanziamento deliberato dal Cipe di oltre 100 milioni di euro per la riattivazione di tutta l’ex linea ferroviaria dei Bivi per sgravare la stazione di Mestre del passaggio dei treni merci che vengono composti nel raccordo ferroviario di Porto Marghera. Rfi ha, infatti, annunciato di aver affidato alla sua società di progettazione, Italferr, la definizione di un progetto preliminare per la riapertura dei tratti ancora non utilizzati della vecchia linea dei Bivi che aggira l’area urbana, come una tangenziale, senza passare per stazioni di Mestre e Venezia ma in rete con le linea per Trieste e Padova.

Il nuovo progetto prevede l’utilizzo degli ex Bivi per “dirottare” tutto il traffico merci su ferrovia che ora, dopo la composizione dei convogli a Porto Marghera, attraversa la stazione e il centro di Mestre, gravando le stesse linee utilizzate per i treni passeggeri.

«Ben vengano nuovi investimenti per l’importante nodo ferroviario di Venezia» dice Alessandro Piras della segretria della Filt-Cgil regionale «il ripristino completo dei binari dimenticati dei Bivi per dedicarli ai treni merci ed evitare le sovrapposizione attuali con i treni passeggeri Freccia Rossa. Non sappiamo però nulla di più su questo nuovo progetto affidato a Italferr e ne vogliamo assolutamente capire di più. Non vogliamo essere messi davanti al fatto compiuto, cogliamo conoscere il progetto e poter dire la nostra».

Anche il segretario regionale Fit-Cisl del Veneto, Claudio Capozucca accoglie «con favore una rinnovata attenzione di Ferrovie dello Stato per il sistema veneziano» e ricorda che su Venezia ci sono già in ballo «il potenziamento dello snodo ferroviario di Venezia-Mestre ci sono già 40 milioni di euro per la realizzazione nell’arco di due anni del nuovo Apparato centrale computerizzato (Accm) per il sistema ferroviario di Venezia e Mestre per gestire con più efficienza ed efficacia il traffico ferroviario sulle linee Milano-Venezia-Trieste e del Servizio ferroviario metropolitano regionale (Sfmr). Per il primo lotto del nuovo Accm è in corso una trattativa privata con Ansaldo e per il secondo lotto c’è il bando di gara per i fabbricati tecnologici. Inoltre, come previsto dall’accordo sottoscritto nel marco scorso da Rfi con la società (Save) che gestisce l’aeroporto di Tessera, è in progettazione per tutto il 2017, il raccordo tra la linea Venezia Trieste, all’altezza di Portogruaro, con l’aeroporto di Tessera e l’anello dei Bivi.

«Il completamento del nuovo Accm aumenterà la potenzialità infrastrutturale del bacino ferroviario veneziano» aggiunge Capozucca «la nuova tecnologia garantirà ancora più elevati livelli di sicurezza del trasporto ferroviario e della gestione delle anormalità».

«La prevista progettazione del raccordo ferroviario con Tessera» aggiunge il segretario della Fit-Cisl «è stata annunciata e confermata recentemente dal ministro Graziano Delrio e assume una rilevanza fondamentale perchè è un primo importante segnale di grande sinergia fra i vari vettori che insistono sul nodo veneziano, offrendo le incredibili potenzialità del nostro territorio e un sicuro sviluppo di tutte le attività collegate al trasporto delle persone e conseguentemente sulle migliaia di operatori del vasto indotto di imprese e lavoratori collegato al trasporto ferroviario ed al trasporto aereo».

Proprio sul raccordo ferroviari con l’aeroporto Marco Polo, alcuni architetti dell’Istituto di Architettura di Venezia (Iuav) avevano osservato già a suo tempo che per arrivare con i binari da Portogruaro a Tessera «sarà, comunque, necessario sovrapassare o sottopassare sia la statale che il raccordo autostradale, quindi con ponti o tunnel di grandi dimensioni. In più la stazione aeroporto dovrà essere dimensionata per poter parcheggiare i convogli se si vorranno fare servizi anche da Trieste e Treviso, quindi almeno 4 o 5 binari, andrà realizzata in trincea o sotterranea se non si vuole rinunciare ai parcheggi, senza dimenticare che il servizio a navetta finirà per aggiungersi ed andare in conflitto con i servizi attuali del Sfmr».

I tecnici sono al lavoro da circa un anno per definire il progetto che nel marzo scorso ha ripreso slancio dopo che nel marzo scorso è stato firmato il relativo accordo tra Maurizio Gentile, ad di Rete Ferroviatia Italiana (Rfi) ed Enrico Marchi, presidente di Save spa, società di gestione dello scalo veneziano. Per quanto è stato anticipato sul progetto, il raccordo sarà «un tracciato a cappio», come si dice in gergo, composto da un solo binario di ingresso e di uscita che, alla stazione dell'aeroporto, sarà costituito da uno scambio ad anello per tornare indietro utilizzando lo stesso binario.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:ferroviebivi

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia