Grandi navi, tocca al Comitatone decidere cosa fare

A palazzo Chigi la riunione presieduta dal premier Renzi. Orsoni: «No allo scavo di nuovi canali in laguna»
Foto Fabio Cimaglia / LaPresse.18-04-2014 Roma.Politica.Conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri n°14.Nella foto Matteo Renzi..Photo Fabio Cimaglia / LaPresse.18-04-2014 Rome (Italy).Press conference after the Council of Ministers No. 14.In the photo Matteo Renzi
Foto Fabio Cimaglia / LaPresse.18-04-2014 Roma.Politica.Conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri n°14.Nella foto Matteo Renzi..Photo Fabio Cimaglia / LaPresse.18-04-2014 Rome (Italy).Press conference after the Council of Ministers No. 14.In the photo Matteo Renzi

VENEZIA. No allo scavo di nuovi canali, dannosi per la laguna. Via libera all’alternativa per le grandi navi, salvando la Marittima e utilizzando le banchine di Marghera e pensando a un collegamento attraverso il già esistente canale Vittorio Emanuele. È questa la linea che il sindaco Giorgio Orsoni illustrerà oggi al Comitatone, presieduto dal premier Matteo Renzi, convocato per oggi alle 15 nella sala Verde di palazo Chigi. Un colpo messo a segno proprio da Orsoni, che unico tra gli enti locali aveva chiesto la convocazione urgente del Comitato – che non si riuniva dal 2011 – per decidere «nella sede istituzionale» le alternative alle grandi navi davanti a San Marco. Difficile che oggi Renzi possa indicare una soluzione e scartare tutte le altre. Probabile invece che decida di dare indicazioni tecniche ben precise al Magistrato alle Acque e alla Capitaneria di porto per avviare il percorso decisionale. Ponendo le alternative «sullo stesso piano», come richiesto dall’ordine del giorno del Senato.

I progetti sul tappeto sono sette, e ognuno gode di sostegni ma anche di veti incrociati. Tra le alternative ci sono i nuovi canali presentati dall’Autorità portuale (il Contorta Sant’Angelo) e dalla Vtp (il «retroGiudecca»), poi i terminal in bocca di porto di Lido (progetti De Piccoli, Fabbri, Boato e Claut), e infine le banchine a Marghera e il possibile accesso all’attuale Marittima attraverso il Vittorio Emanuele (progetto D’Agostino, sostenuto dal Comune).

Potrebbe essere proprio quest’ultimo il terreno di accordo. Ipotesi che non piace ai comitati, che spingono per lasciar fuori dalla laguna le «navi incompatibili». Ma potrebbe recuperare il consenso di una parte del Porto, salvando in questo modo la Marittima e lasciando la soluzione «a lungo periodo» alle banchine galleggianti a San Nicolò, davanti all’isola artificiale del Mose. Un puzzle intricato, che ha visto negli ultimi mesi confrontarsi in modo anche molto duro il «fronte del Porto» da una parte (l’Autorità portuale e Vtp, industriali, sindacati e categorie economiche) e il Comune.

Con la posizione dei comitati che chiedono di pensare a un nuovo terminal nella bocca di porto di Lido, lontano dalla città. «Non sono pregiudizialmente contrario», dice Orsoni, «anche se porterebbe delle altre criticità, peraltro in un territorio che non fa parte del nostro Comune». Non molto entusiasata di questa ipotesi il sindaco di Cavallino Claudio Orazio. Ma la proposta De Piccoli, firmata dalla genovese Duferco Engineering, prevede strutture «rimovibili» e a basso impatto, rifornimenti via mare a velocità ridotta e il centro accoglienza che resterebbe in Marittima. Una novità che adesso fa propendere anche molti lavoratori del Porto per questa soluzione.

Carte sul tavolo, dunque. La riunione di oggi sarà introdotta dalla relazione del presidente del Magistrato alle Acque Roberto Daniele, che illustrerà anche lo stato dell’arte dei lavori del Mose e la proposta di ripartizione dei fondi 2013 (un miliardo e 94 milioni, quasi tutti per il Mose). All’ordine del giorno oggi anche il progetto dell’off shore per le merci. Opera da un miliardo e mezzo di euro a cui Costa tiene non poco. Se questa dovesse essere finanziata, si dice, la posizione del Porto sullo scavo dei nuovi canali potrebbe anche ammorbidirsi.

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