Grandi Navi a Venezia. Via dalla Marittima in tutti i progetti in valutazione

VENEZIA. Via le Grandi Navi dalla Marittima. Le tre soluzioni “definitive” e alternative per l’eliminazione del passaggio delle navi da crociera dal canale della Giudecca e dal Bacino di San Marco esaminate al tavolo interministeriale dell’altro ieri al Ministero dei Beni Culturali - presieduto dal ministro Dario Franceschini, con anche con i rappresentanti dei Ministeri dell’Ambiente e delle Infrastrutture - e su cui ora è concentrata l’attenzione anche in vista del prossimo Comitatone hanno tutte un elemento in comune. Quello, appunto di spostare le Grandi Navi dall’attuale scalo croceristico fuori della laguna oppure a Marghera, limitando comunque gli approdi nello scalo attuale.
Forse anche per questo è “sparita” dal tavola la soluzione dello scavo del Canale Vittorio Emanuele - per arrivare poi comunque in Marittima - vista anche la difficoltà e le perplessità legate agli effetti dell’intervento e alla questione fanghi. “Resuscitata” invece la soluzione del terminal di Marghera che il ministro delle Infrastrutture uscente Danilo Toninelli aveva accantonato e che ora è stata invece ripresa il mano dal nuovo ministro Paola De Micheli. Il progetto del porto a Marghera è depositato presso il Ministero dell’ambiente dal 2014 per la fase di scoping che si è conclusa con delle indicazioni da osservare nella presentazione alla Valutazione d’impatto ambientale (Via). Seguendo queste indicazioni nel 2017 è stato depositato dai proponenti presso l’Autorità Portuale e il Ministero delle Infrastrutture il progetto definitivo sotto forma di project financing.
Ma non è finora stato presentato alla Commissione Via del Ministero dell’Ambiente perché dovrebbe farlo l’Autorità Portuale con le modifiche che riterrà opportune. Il progetto proposto tra gli altri dall’ex assessore all’Urbanistica Roberto D’Agostino prevede di spostare le grandi navi lungo le banchine del Canale Industriale Ovest e del canale Brentelle. Ma ha bisogno anche di scavare il bacino di evoluzione, nell'area dei depositi petroliferi. Una seconda ipotesi per Marghera, avanzata dall’ex rettore Iuav Carlo Magnani, prevede di utilizzare l'ex porto delle super petroliere a San Leonardo.
La terza, più gradita sembra alla Venezia Terminal Passeggeri - la società che gestisce lo scalo croceristico veneziano - prevederebbe le banchine nell'area Monte Syndial.I tre Ministeri stanno valutando anche l’ipotesi di un terminal croceristico di fronte alla spiaggia di San Nicolò, lungo la diga sud, già tenuto in considerazione anche da Toninelli. La soluzione, ripescando un vecchio progetto della società One works di Marghera, propone la realizzazione di un terminal per le grandi navi a ridosso della spiaggia, lato mare. Lo aveva proposto l’ex presidente del Porto Paolo Costa. Tirando fuori il progetto della sublagunare bocciato dieci anni fa. Collegando sottoterra l’aeroporto con il Lido e la terraferma il gioco sarebbe fatto. Non a caso su questo c’è anche l’accordo del presidente della Save Enrico Marchi.
Costi superiori alle altre ipotesi progettuali - circa un miliardo di euro secondo la scheda presentata ai Ministeri - e tempi lunghi. Ma soprattutto, necessità di scavare i fondali per far arrivare le grandi navi dove adesso viaggiano i canotti. La terza soluzione valutata è quella del terminal croceristico in mare di fronte alla Bocca di porto di Lido, presentata dalla società dell’ex vicesindaco di Venezia Cesare De Piccoli e dalla società Duferco. L’unica ad avere finora superato la Valutazione d’impatto ambientale. Ciò che sembra chiaro è che questa volta il Governo voglia arrivare a una scelta definitiva tra i vari progetti. —
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia