Gondolieri in rivolta «Stop al moto ondoso ronde anti-traffico»

Volontari-vigili contro il moto ondoso. Muniti di fischietto e cellulare, per fermare l’onda sempre più selvaggia che ormai minaccia ogni giorno l’incolumità di chi va a remi e la tenuta delle rive della città. I gondolieri rilanciano la loro proposta, e lanciano l’allarme. «Inutile fare le regate e le sfide di vela», dicono, «fermare il traffico per qualche ora e poi lasciare tutto come prima». Un’assemblea straordinaria dei bancali, i responsabili dei traghetti cittadini, è stata convocata per la settimana prossima. Si dovranno discutere iniziative straordinarie contro il moto ondoso. «Siamo stufi», ripete Aldo Reato, presidente della categoria, «firmiamo accordi, riceviamo assicurazioni ma non cambia nulla. Perché non si mettono i controlli permanenti? Perché non usano le telecamere?». Anche ieri il Bacino San Marco ribolliva di onde. Traffico sostenuto, con taxi, Gran Turismo, barconi, vaporetti Actv strapieni e ad alta velocità. «L’accordo che abbiamo sottoscritto con Actv non viene rispettato», dice Reato, «i vaporetti dovrebbero passare fuori delle boe, a velocità ridotta. E soprattutto non innestare la marcia avanti al massimo quando sono fermi al pontile». la conseguenza è una scia vorticosa che «spinge» sulla riva, provocando danni e piccoli cedimenti. E che mette a repentaglio la sicurezza delle gondole che escono a pochi metri dalla poppa. «C’è il rischio concreto che la gondola si rovesci, con i turisti a bordo, com’è successo lo scorso anno», dice Reato.
Ecco allora l’idea di rinforzare la vigilanza con piccole «ronde» fatte in casa. Anziani e gondolieri in attività che controllino dale rive la velocità e le onde prodotte dai mezzi a motore. «Noi siamo pronti a partire», dice Luciano Pellicciolli, vicepresidente dei gondolieri, «perché così non si può più andare avanti».
Il traffico ha raggiunto livelli preoccupanti, e i controlli nonostante le molte riunioni in Prefettura e gli accordi, sono ancora pochi. «Soprattutto», dicono i gondolieri, «non c’è prevenzione. Chi ha la radio si avvisa, a volte nei controlli incappano solo le barchette». Bisognerebbe, suggeriscono i gondolieri, ripristinare le postazioni del controllo fisso, i gazebo all’angolo dei canali e in bacino San Marco che giacciono in rovina, mai utilizzati dopo essere stati costruiti dal Comune. Oppure utilizzare al meglio i sistemi di controllo dall’alto. L’Argos che controlla il Canal Grande ed è collegato alla centrale operativa dei vigili, le telecamere della Capitaneria di Porto nel canale della Gudecca. Ed estendere il controllo alle Fondamente Nuove, terra di nessuno dove la mattina, il sabato e la domenica si assiste a veri e propri rodei acquei senza alcun rispetto per l’ambiente e l’incolumità di chi va a remi o con le piccole barche a motore. Proposte antiche, mai applicate davvero nonostante gli allarmi e otto anni di poteri speciali affidati dal governo al sindaco. «Ci riuniremo in assemblea e decideremo il da farsi», annuncia Pelliccioli. Manifestazioni clamorose, anche se si escludono blocchi del traffico in Canal Grande, come successe qualche anno fa. «Allora noi difendevamo la città e siamo stati tutti denunciati», ricordano i gondolieri. «Ma la situazione adesso è al limite».
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