«Gli operai da assumere ci sono. Fincantieri preferisce gli appalti»

La Fiom-Cgil replica all’ad Giuseppe Bono che lamenta la difficoltà di trovare saldatori e carpentieri

PORTO MARGHERA. «Ci sono molti operai specializzati, sia italiani che immigrati, pronti a farsi assumere a 1.600 euro al mese da una grande azienda nazionale come Fincantieri che, in verità, preferisce affidarsi alle imprese che lavorano in appalto e subappalto nei cantieri navali che ai loro dipendenti danno una paga globale nettamente inferiore e spesso non versano i contributi».

Dai cantieri di Porto Marghera – dove i dipendenti alla dirette dipendenze di Fincantieri sono un migliaio a fronte di oltre 4 mila degli appalti – lavoratori e sindacati spediscono al mittente le «ipocrite e strumentali dichiarazioni» dell’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, che dopo aver rivelato che l’azienda controllata dallo Stato attraverso Cassa Deposisti e Prestiti, nei prossimi due o tre anni avrà bisogno di 5-6 mila lavoratori, sopratutto saldatori e carpentieri, ha aggiunto: «ma non sappiamo dove andarli a trovare poiché sembra che i giovani abbiano perso la voglia di lavorare. Il lavoro è dignità, se uno si accontenta di fare il rider a 500-600 euro, mentre da noi. Da noi, invece, un lavoratore medio prende 1600 euro».

«Tutte balle – replica Antonio Silvestri ,segretario generale della Fiom-Cgil di Venezia e del Veneto – . Sono i fatti e la realtà esistente all’interno di Fincantieri a smentirlo. Stranieri o italiani che siano, i lavoratori, anche quelli specializzati, per quest’azienda leader nella costruzione di navi da crociera vanno pagati il meno possibile».

Silvestri fa anche un esempio: «Pochi mesi fa recentemente Fincantieri ha rilevato la società Cordioli & C. di Valeggio sul Mincio, in gravi difficoltà finanziarie e con 78 dipendenti. Ebbene, questi lavoratori erano in cassa integrazione e Fincantieri ne ha assunti direttamente solo 33 al minimo contrattuale. Gli altri 35 sono ancora cassintegrati, nonostante molti di polo siano operai specializzati, in prevalenza saldatori o carpentieri». A sentire i sindacati, anche nelle centinaia di imprese che lavorano in appalto o subappalto alla costruzione delle grandi navi da crociera ci sono, malpagati e poco tutelati, saldatori e carpentieri che potrebbero venire assunti da Fincantieri. Molti di loro sono stranieri, in prevalenza del Bangladesh, rumeni, e ucraini, retribuiti con la cosiddetta paga globale, senza ferie né malattie, nella quale figurano molte meno ore lavorate rispetto a quelle effettivamente fatte .

Del resto ci sono già molte vertenze sindacali – avviate da Fiom-Cgil e Slai-Cobas, – per le quali il tribunale del lavoro ha riconosciuto non solo il mancato pagamento di contributi e di una busta paga regolare, ma in alcun icasi hanno addebitato alla committente Fincantieri in pagamento di tali spettanze. Ma non sempre Fincantieri ha eseguito quanto chiesto da giudici del lavoro, tanto da costringere gli avvocati dei lavoratori in vertenza chiedere il sequestro preventivo di una nave da crociera appena completata a Porto Margherra per ottenere quanto dovuto. Anche nell’inchiesta televisiva, trasmesso nei giorni scorsi su La7, operai italiani e stranieri delle imprese d’appalto che lavorano nei cantieri di Porto Marghera, appaiono lavoratori italiani e stranieri che si dicono pronti a farsi assumere da Fincantieri anche domani mattina. —


 

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