Gli irriducibili dell’8 Marzo «Non siamo dei fannulloni»

Parlano i leader: vogliamo un migliore ambiente di studio. Qui piove in classe Delusione al Majorana dove l’arrivo dei carabinieri ha fatto desistere la protesta

MIRANO. «Mamma sa che sono stato qui stanotte. Ha capito i motivi della protesta, dice che abbiamo ragione, ma mi ha implorato di non fare stupidaggini». Parla così uno degli studenti del liceo Majorana-Corner che la notte scorsa hanno fatto irruzione a scuola occupando l’istituto. È stanco e rammaricato per il fallimento della protesta: «Doveva essere un’occupazione del tutto pacifica, non volevamo distruggere niente, solo far sentire la nostra voce, poi qualcuno ha aperto la porta ai carabinieri. Con loro è stato un confronto sereno e costruttivo ma a quel punto, coi carabinieri dentro la scuola, abbiamo deciso di rinunciare. Ma non è detto che non ci riproveremo».

Una possibilità comunque i liceali l’hanno avuta: per tutto il giorno hanno elencato quelle che ritengono essere le criticità della scuola in Italia e della loro scuola in particolare, con l’impegno da parte della dirigenza scolastica di raccogliere tutte le loro richieste e girarle a stretto giro di posta al provveditorato. «Un elenco lungo», afferma un altro giovane, «qui continua a piovere dentro, funziona un bagno su tre e quando chiediamo civilmente di fare qualcosa ci rispondono che non ci sono soldi. Poi però ci troviamo nuove fioriere ad abbellire l’ingresso della scuola. Diteci se non dobbiamo sentirci presi in giro». I rappresentanti di istituto dell’Itis sono invece contrari alla protesta e con orgoglio rimarcano di averla, almeno per ora, evitata: lì ieri si è fatta lezione. «Non sappiamo chi sia stato a tentare l’occupazione stanotte», affermano, «crediamo non siano nemmeno studenti del Levi. I problemi della scuola ci sono tutti, non vogliamo negarlo, ma non crediamo sia questo il modo di dar voce alle richieste. Soprattutto ci siamo confrontati e la maggior parte di chi frequenta l’Itis non sa nemmeno i veri motivi della protesta che sta interessando le scuole in Italia. Prima approfondiamo». Tutt’altro clima all’8 Marzo, dove piace l’appellativo di irriducibili a chi si è barricato all’interno. «Occupiamo per i nostri diritti e per chiedere un migliore ambiente scolastico», spiega un rappresentante, «abbiamo preso possesso della scuola pacificamente e dopo l’orario di apertura, non ci piacciono gli appellativi di nullafacenti. Se non volessimo fare lezione e basta staremo a casa in sciopero, invece restiamo qui, nelle nostre aule, anche oltre il normale orario, finché sarà necessario». Sotto accusa in particolare la condizione del plesso: «Vediamo lavorare gli operai sopra i tetti, ma poi quando piove c’è sempre acqua all’interno di aule e laboratori».

Filippo De Gaspari

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