Gli amici difendono Pavan «Coinvolto per errore»

MIRANO. Sconcerto e incredulità a Mirano, finita al centro di una vasta indagine di respiro nazionale su doping e medicinali utilizzati nelle palestre. I carabinieri del Nas, il Nucleo...
Conferenza stampa sul sequestro di anabolizzanti presso la Procura di Torino, 23 settembre 2011. ANSA/DI MARCO
Conferenza stampa sul sequestro di anabolizzanti presso la Procura di Torino, 23 settembre 2011. ANSA/DI MARCO
MIRANO. Sconcerto e incredulità a Mirano, finita al centro di una vasta indagine di respiro nazionale su doping e medicinali utilizzati nelle palestre. I carabinieri del Nas, il Nucleo antisofisticazione e sanità dell’Arma, sono arrivati in città seguendo le orme del miranese Ivan Pavan, 44 anni, culturista e preparatore, finito con la compagna Katia Bontempelli, 41 anni, trentina e altri “trainer” e titolari di palestre del Nordest nel registro degli indagati in un’operazione antidoping partita proprio da Trento.


A Mirano Pavan è conosciuto soprattutto nel mondo delle palestre e del body building: negli ultimi anni ne ha frequentato due in particolare, entrambe in città, dove oltre ad allenarsi ha seguito personalmente alcuni atleti e culturisti di varie parti della provincia. Proprio in uno di questi centri fitness, frequentati anche da chi non pratica culturismo, i carabinieri hanno effettuato alcune perquisizioni, insieme ad altre in varie parti d’Italia. Una montagna di muscoli, Pavan in realtà lavora al mercato ittico di Venezia e in passato è stato dipendente in Veritas. La palestra è una passione. Chi lo conosce è pronto a metterci una mano sul fuoco. O comunque non mette in dubbio la sua buona fede: «Ivan è un appassionato, una persona in gamba e sempre disponibile», afferma un allievo. Non un invasato, come altri nel mondo del body building.


«Tutta questa vicenda è assurda», afferma un amico, «lui ha una sua vita e un lavoro come tutti noi: non avrebbe senso mettersi nei pasticci con altre persone. Forse ha fatto l’errore di consigliare chi non era in grado di prepararsi da solo e il suo nome è finito in un brutto giro. Saprà dimostrare la sua innocenza».


A Pavan i carabinieri sono arrivati nel corso di un’indagine partita dopo che la bodybuilder altoatesina Karen Mederle è risultata positiva a un test antidoping. Lei non è indagata, ma il caso ha portato all’avvio di un’indagine che ha visto impegnato oltre cento carabinieri in palestre di Veneto, Friuli e Lombardia, arrivando fino a Mirano.


Ieri, per errore, nel servizio che dava la notizia dell’inchiesta, è stata pubblicata una foto che non appartiene a Ivan Pavan. Ce ne scusiamo con i lettori e soprattutto con i diretti interessati.


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