Gli Alajmo raccontano: "Così cambia il Quadri"
A maggio i fratelli Raffaele e Massimiliano Alajmo aprono il ristorante nel Caffè di Piazza San Marco e al piano terra si gusteranno i cicchetti veneziani: un omaggio alla tradizione da parte dei titolari dello stellatissimo Le Calandre

Raffaele e Massimiliano Alajmo (foto Vettorato)
VENEZIA. La seconda vita del Quadri inizia sotto un cielo di stelle benevole, puntando a un futuro di glorie solide e gustose. Raffaele e Massimiliano Alajmo, titolari del premiatissimo Calandre di Rubano e nuovi gestori del locale della Piazza, ne tirano i fili con fervore e circospezione, conoscendo a menadito le insidie del mestiere ma, forse un po' meno, quelle dei bizantinismi della laguna.
Nelle loro mani, grazie al matrimonio con la Ligabue, c'è ora il ristorante dalle cui finestre sembra di poter toccare il campanile di San Marco con un dito, quello che aveva sempre pronto un tavolo per Lord Byron, Balzac o Wagner e che negli anni, un po' per la crisi, un po' per l'acqua alta, un po' per il vagar delle mode, un po' perchè così vanno le cose, si era un po' appannato.
Il rilancio voluto dai fratelli Alajmo passa attraverso il motto di famiglia - «ciò che diventa era» - con sfumature di forma che sono anche di sostanza. Cambieranno le luci, ritornerà l'orchestrina, il Grancaffè a piano terra avrà un menù tutto suo e un bancone che potrebbe diventare un punto di riferimento per i veneziani.
"Rispetteremo tutto quello che è storia" spiega Raffaele Alajmo seduto nel sole quasi estivo - che comunque scotta meno del suo cellulare - a un tavolino del suo caffè con davanti una morigeratissima acqua minerale con fettina di limone. Allora? "Allora finalmente siamo qui. Venezia era nel nostro business plan da tre anni e mezzo ed era l'unica città in Italia che ci interessava. Comunque è solo l'inizio del nostro progetto di internalizzazione. Stiamo guardando all'Europa. Per ora posso dire che non ci sarà solo il Quadri".
Coma sarà il Quadri degli Alajmo?
"Intanto dobbiamo distinguere tra il ristorante, al primo piano, il cui restauro sta per essere ultimato e che riaprirà ai primi di maggio, e il caffè a piano terra".
Distinguiamo.
"Nel ristorante abbiamo cambiato soprattutto le luci, che saranno puntate sui tavoli con effetto teatrale. E poi abbiamo tirato su le tende. Chi entrerà troverà lo stesso rosso alle pareti e le stesse tovaglie bianche ma vedrà illuminate due cose, quello che ha nel piatto e la Piazza, cioè quello che val la pena di vedere".
E la cucina?
"La cucina del Quadri sarà la cucina del Quadri. Il menù sarà creato da Massimiliano mentre lo chef responsabile sarà Silvio Giavedoni che avrà come vice Denis Mattiuzzi".
Che cucina sarà?
"Sarà ispirata ai concetti di leggerezza e profondità, con una speciale attenzione alla cucina veneziana".
Nemmeno un piatto delle Calandre?
"Non credo".
Prezzi?
"Da questo punto di vista Venezia è una città molto particolare e sto ancora cercando di capire come funzionano i prezzi".
Quindi?
"Avrà prezzi che riterremo coerenti per l'impegno e il livello della ristorazione con un occhio di riguardo per i clienti più affezionati".
E il Grancaffè, invece?
"L'obiettivo è di farne anche un caffé per i veneziani. Quindi ci sarà un bancome con i cicchetti e il caffè costerà come negli altri posti. Inoltre ci sarà un menu che cambierà a seconda della giornata. Il Grancaffè, per chi vorrà, diventerà un ristorantino".
Prezzi?
"Ma a lei interessa solo quello?"
Ci dica come sarà il Quadri in tre aggettivi.
"Coerente, unico e goloso".
Il primo cliente che vorrebbe avere?
"Una persona come lei, che si vede che mangia poco. Vorrei proprio avere clienti che non sono grandi mangiatori, per convincerli del contrario".
Come si trova a Venezia?
"Da dio. Mi piace da morire. Starò qui il più possibile".
Stato d'animo attuale?
"Euforico".
RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia
Leggi anche
Video