«Gli affitti turistici necessari per continuare a fare cultura»

Dopo una polemica su Facebook la Fondazione spiega che  le locazioni dagli appartamenti   servono per garantire l’apertura  della biblioteca, museo e servizi

La Querini Stampalia ha delle locazioni turistiche, ma la Fondazione spiega che sono l’unico mezzo per continuare a perseguire la volontà del conte Giovanni, ovvero quella di trasmettere la cultura. La direttrice Marigusta Lazzari inoltre ha detto che molti appartamenti sono in affitto anche per i residenti. Ieri una cittadina, facendo una riflessione sul futuro della città e sul possibile cambiamento di rotta, ha scritto su Facebook che anche la Fondazione Querini aveva locazioni turistiche: «Una riflessione etica e non accusatoria».

Dall’altro lato però la Fondazione spiega i tagli subiti in questi anni e aggiunge che una decina di appartamenti sono dati in affitto a residenti e a due associazioni a Mestre e nove in Fondamenta dei Bari: 5 già restaurati sono locazioni turistiche, mentre sui restanti in via di restauro si deciderà il da farsi. A una famiglia, spiega Lazzari, è stato chiesto di cambiare piano e a un’altra è stata trovata una sistemazione a Marghera, dove andrà senza nessuna spesa. «Nel nostro statuto l’obiettivo è quello di diffondere il più possibile la cultura e di utilizzare per farlo anche il patrimonio» spiega Lazzari che è riuscita ad aprire subito dopo il lockdown nei fine settimana la Fondazione, gratuitamente e su prenotazione

«La Fondazione di Venezia con l’M9 non ci ha più dato contributi, la Regione che ci dava 500 mila euro ora ci finanzia solo progetti specifici, dal Comune non riceviamo finanziamenti. L’unico contributo di 100 mila euro ci arriva dallo Stato che ci ha riconosciuto come un luogo importante per la cultura, ma poi basta». Lazzari ha spiegato che la Fondazione ha dovuto, dopo la crisi del 2008, operare dei tagli drammatici. Dalle 19 persone che c’erano prima, ora ne lavorano solo 16, delle quali un paio part time, e un centinaio di volontari ai quali rimborsano le spese del viaggio. Tutto questo per mantenere le biblioteca gratuitamente aperta, il museo e i tanti servizi. «Prima di mettere a reddito gli appartamenti abbiamo venduto tutti i terreni agricoli a Cavarzere, ma poi è stato necessario utilizzare questi locali per garantire gli stipendi, le bollette della luce e le spese, pur di perseguire nella nostra missione di offrire uno spazio di cultura». —

Vera Mantengoli

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia