«Giudici con buon cuore Venezia aiuta Celeste»

«Venezia si conferma una sede in cui i giudici hanno buon cuore, buon senso e coraggio morale: di questi tempi può essere pericoloso per la loro carriera prendere questo tipo di decisioni, vedendo le pesanti pressioni che ha dovuto subire il giudice di Pesaro. La sentenza di Venezia è un importante passo avanti, purtroppo - ma è comprensibile - non immediato. Per dare a Celeste le infusioni di staminali che le sono necessarie per vivere bisognerà attendere la fine di luglio».
Così Marino Andolina - il medico che ha seguito tutti i bimbi del cosiddetto metodo Stamina, contro il quale si è schierata tutta la comunità scientifica internazionale, ma difeso strenuamente dai familiari dei bimbi affetti da malattie genetiche oggi incurabili, che si appellano al protocollo che autorizza le “cure compassionevoli” - commenta la decisione del Tribunale di Venezia, che ha ordinato all’Ospedale civile di Brescia (dove la bimba di Mestre era in terapia fino a febbraio) di individuare un anestesista con esperienza pediatrica e un infusore per effettuare il trasferimento di cellule staminali dalla madre alla piccola Celeste, che in questi giorni compie 4 anni.
«La decisione di coinvolgere Brescia è formalmente necessaria e ineccepibile, ma rischia di non servire», prosegue Andolina. «Anche il giudice di Pesaro l’aveva presa, ma la disposizione era caduta nel nulla, così poi è dovuto intervenire nuovamente, nominando me come ausiliario e ho potuto effettuare l’infusione. La decisione del giudice di Venezia è ineccepibile e spero che questa volta gli ospedali di Brescia risponderanno senza far perdere ulteriori mesi preziosi a Celeste, che ha già subito nella sua vita due stop forzati delle infusioni, di 6 e 8 mesi e dopo quest’ultimo le sue condizioni erano pesantemente peggiorate: per questi giovani pazienti si tratta di ricadute dolorose».
Querelle scientifico-giudiziaria senza fine quella attorno al “metodo” Stamina, con lo stesso Andolina (ex coordinatore del Dipartimento trapianti dell'Irccs di Trieste, in pensione dal 2011) e il fondatore di Stamina Foundation, Davide Vannoni, sotto giudizio a Torino, accusati (con altri 18 indagati) dal procuratore Raffele Guariniello di truffa aggravata e somministrazione pericolosa di farmaci. Un primo comitato scientifico incaricato dal Ministro della Salute aveva bocciato senza mezzi termini il protocollo, ma poi il Tar aveva accolto un ricorso amministrativo sulla composizione dello stesso comitato scientifico. Un secondo comitato si è insediato in questi giorni e si attendono le loro conclusioni. Sulla vicenda nei giorni scorsi è intervenuto il ministro della Salute Lorenzin, secondo cui bisognerà attendere le loro conclusioni, ma precisando che intanto non si prevede alcun intervento legislativo per fermare le infusioni di cellule staminali.
I genitori della piccola Celeste (affetta da Sma, atrofia muscolare spinale) hanno festeggiato il nuovo successo ottenuto in Tribunale: il ricorso è stato patrocinato dagli avvocati Marco Vorano e Dario Bianchini. «Ci auguriamo che le infusioni possano ripartire quanto prima», ha commentato Giampaolo Carrer,papà di Celeste, «la decisione del giudice è l’ennesima prova che siamo dalla parte della ragione. I giudici si pronunciano dopo aver valutato le cartelle cliniche che certificano come nostra figlia non solo non ha avuto effetti collaterali, ma ha riportato miglioramenti con la terapia. Può non funzionare per tutti, ma per Celeste sì».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia