“Giochiamo a fare la spesa” Ma in un negozio d’armi

Un negozio d’armi tra quelli inseriti a Martellago nell’iniziativa natalizia di Confcommercio chiamata “Giochiamo a fare la spesa sotto casa”. E più di un genitore lo ha definito «fuori luogo», non fosse altro perché il progetto è rivolto soprattutto ai bambini.
Andiamo con ordine. Nei giorni scorsi, l’associazione di categoria del Miranese ha comunicato l’avvio della proposta per le prossime settimane di avvicinamento al 25 dicembre, coinvolgendo, per gioco, oltre un migliaio di studenti e più di 140 negozi per promuovere il commercio sotto casa. Un modo per tenere i clienti nei loro paesi, dare impulso agli acquisti nei negozi cittadini anziché preferire il centro commerciale. A ogni alunno delle elementari del territorio sarà consegnata una tessera con il nome di otto attività esercizi del paese. Per terminare la tessera e rivere un premio, ciascun bambino, con la sua famiglia, si deve impegnare a fare acquisti negli otto negozi che appaiono sul tagliando. E riceverà un premio in una delle date fissate a dicembre per gli appuntamenti di Natale, ossia i giorni 2 a Martellago, il 15 a Maerne e il 16 dicembre a Olmo.
Ci sono negozi di ogni genere, dall’abbigliamento alla pasticceria, dall’orto alla cartoleria. Tra cui PlanetShooters, che vende accessori per armi ma anche borse, zaini, cannocchiali, binocoli, torce e così via. Ma è stato quel “accessori armi” a far arrabbiare qualche papà e mamma, chiedendosi se fosse il caso di inserirlo tra l’iniziativa, considerata lodevole per salvaguardare gli esercizi dei tre centri.
Interpellata sulla questione, la direttrice di Confcommercio del Miranese, Tiziana Molinari, difende l’operato. «Come associazione di categoria», replica, «non possiamo escludere nessuno. Abbiamo già spiegato al comitato genitori della scuola che se qualcuno ritiene opportuno saltare quel negozio o un altro, non succederà niente e premieremo in egual modo i bambini che possiedono quella cartolina, anche se con un timbro in meno».
Dunque si potrà avere anche sette timbri, se dei genitori non se la sentissero di entrare nell’esercizio. «Se avessimo escluso qualche negozio a seconda delle diverse sensibilità», continua Molinari, «avremo dovuto farlo su richiesta, ad esempio, nei confronti delle tabaccherie, perché vendono sigarette, o dei bar, che hanno slot machine, videopoker e superalcolici oppure ancora delle ricevitorie che vendono lotterie e giochi. Quello in questione è un negozio sportivo, che vende anche armi per pratiche sportive del tutto regolamentari. Ognuno è libero di frequentare i negozi che ritiene opportuno. Di certo non penalizzeremo alcun cliente, men che meno i bambini che stanno solo giocando nella loro città». —
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