Già si pensa agli appartamenti per separati

«Se ho fatto una cosa buona, è stata quella di sognare. Se ne ho fatto una seconda è stata quella di scegliere le persone giuste per poter realizzare quesati sogni, a partire da don Gianni e tutti i membri del consiglio di amministrazione della Fondazione Carpinetum».
Quando parla don Armando Trevisiol, 85 anni, le 250 persone invitate per l’inaugurazione del Don Vecchi Cinque si alzano in piedi per rendergli omaggio, con una standing ovation degna di una rockstar. «Il primo centro Don Vecchi è stato nel 2004», racconta l’ex parroco di Carpenedo, «e mai avrei pensato che dopo vent’anni saremo arrivati a questo punto». Cinque strutture, 400 gli anziani ospitati. L’inaugurazione del Don Vecchi Cinque è però l’arrivo di una tappa, ma non la fine del percorso, perché all’orizzonte c’è già l’intenzione di costruire un nuovo centro - il sesto - che sorgerà sempre nel contesto di via Marsala, ma con obiettivi diversi. «Un progetto che servirà per dare una piccolissima risposta ad alcuni problemi», dice ancora don Armando, «ma che servirà anche come una provocazione anche per la società civile». Perché nella nuova struttura una quindicina di mini appartamenti sarà destinati a mogli o mariti separati, in gravi difficoltà economiche. «Non abbiamo ancora definito i dettagli del progetto», anticipa don Armando, «ma nelle nostre intenzioni è permettere che si possano fermare per un periodo limitato ma non breve, all’incirca tre anni, in modo tra trovare le forze e anche le risorse economiche per poi rimettersi in sesto».
L’intervento prevede anche alloggi per persone disabili che vogliano vivere in autonomia e stanze che - come in una sorta di albergo low cost - verranno affittate a prezzi ridotti alle persone obbligate a trasferirsi a Mestre per prestare assistenza a un familiare o un amico ricoverato all’ospedale Dell’Angelo.
(f.fur.)
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