Genagricola con i lettori, la biciclettata culturale nella Tenuta che ha fatto storia

CAORLE. In un pomeriggio più estivo che autunnale in quanto a temperature, il sole velato e una nebbia che a tratti rendeva ancora più affascinante quel tratto di campagna dove la mano dell’uomo ha fatto meno danni che altrove in Veneto, quasi un centinaio di nostri lettori hanno visitato l’ampia e affascinante tenuta di Ca’ Corniani, gestita da Genagricola che con il nostro giornale ha organizzato una biciclettata.
E’ stata una domenica particolare, perché Ca’ Corniani è un incredibile concentrato di storia, di cultura, di arte, di viticoltura. I partecipanti hanno potuto usufruire gratuitamente del servizio della ciclostazione Bike&Go: accompagnati dalla guida sapiente di Francesco Marchese (con lui il condirettore Paolo Cagnan), hanno toccato alcuni punti strategici della tenuta, percorrendo in totale poco più di 16 chilometri sui comodi sterrati delle ciclabili interne, dalla ciclostazione alla cosiddetta Soglia Nord, da lì all’idrovora (l’assetto attuale risale al 1929, la prima fondazione era del 1880) e poi di nuovo verso la tenuta, per ammirarne la struttura e la cantina. Un aperitivo ha chiuso la giornata, ricca di esperienze e storie.
Genagricola, anche se non tutti lo sanno, è la più grande azienda agricola italiana con 15 mila ettari coltivati dislocati su 25 aziende tra Italia e Romania.
La tenuta, una sorta di isola di 1.770 ettari circoscritta dai due rami del Livenza e dal canale Commessera - vanta già oggi una rete di percorsi ciclabili che saranno ulteriormente ampliati e valorizzati. Difficile, in questo paesaggio così dolce, immaginarsi la palude (di fatto, la laguna di Caorle) che fu e la poderosa opera di trasformazione che ne fece Generali ancora nel 1851, dopo l’acquisto dai conti Corniani: fu la prima e più vasta bonifica italiana, settant’anni prima degli interventi del regime fascista nel Veneto Orientale.
Alla comitiva giunta su due ruote, Marchese ha raccontato del “balletto” tra italiani e austriaci che nella prima guerra mondiale, dopo la rotta di Caporetto, qui si giocarono il transito delle truppe, per cui le campagne vennero allagate per frenare l'avanzata dell'esercito imperiale, le botti di vino uscivano dalle cantine e galleggiavano sull'acqua salmastra e ovunque era la devastazione. Oggi, l’idrovora ha al suo interno diversi macchinari storici e un allestimento museale interattivo e multimediale che riesce nell’impresa di comunicare la complessità dei sistemi idrici anche ai non addetti ai lavori.
Il progetto di rilancio di Ca ’ Corniani, nato tre anni fa, è complesso e si basa su molti interventi in contemporanea, dal restauro dei vecchi impianti al recupero del centro aziendale, dalla creazione di boschetti planiziali al recupero delle architetture della corte centrale, sino agli interventi di Land art con il concorso internazionale per scegliere l’artista incaricato di segnare le tre porte d’accesso alla tenuta, le cosiddette soglie. I visitatori hanno visto la soglia nord, quella in cui Alberto Garutti, vincitore del concorso, ha impreziosito l’antico casale abbandonato di Ca’ Cottoni con tetto dorato, ovvero una copertura in lamiera metallica dorata caratterizzata da un disegno modulare di piccole piramidi che riflettono la luce a seconda del punto d’osservazione.
La biciclettata si è conclusa con la spettacolare visita della tenuta, un brindisi in cantina a suggellare la giornata.
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