Frode da 162 milioni, arrestato un italo-russo all’aeroporto di Venezia

Arrestato all’aeroporto Marco Polo un italo-russo ricercato in campo internazionale per una frode da 162 milioni di euro. Ora dopo essere stato rinchiuso nel carcere di Santa Maria Maggiore e in attesa dell’eventuale estradizione, ha l’obbligo della firma alla pg. A valutare le accuse mosse contro di lui da un Tribunale russo, saranno ora i giudici veneziani. Fra qualche settimana il pronunciamento.
In considerazione del forte aumento, nello scalo aereo di Venezia, di turisti e visitatori richiamati nella città lagunare dai numerosi eventi e spettacoli in programma per il Carnevale, la Polizia, e in particolare quella di frontiera, ha ulteriormente intensificato i servizi di controllo in modo particolare sui passeggeri in arrivo ed in partenza.
A tal proposito, nell’ultimo fine settimana, i poliziotti in servizio allo scalo hanno intercettato un 50enne italo-russo, diretto in Pakistan con scalo ad Istanbul, il quale, avendo manifestato nei loro confronti una forte insofferenza durante il controllo, è stato sottoposto ad ulteriori specifici accertamenti. Alla fine dei quali si è capito il motivo del suo nervosismo. Infatti dal terminale del ministero dell’Interno è emerso un provvedimento a suo carico per il reato di frode, inserito in banca dati nella medesima giornata ed emesso nel mese di dicembre 2023 dalla Corte Distrettuale Leningradskit della città russa di Kalingrado, per il quale, ai sensi del codice penale russo, è prevista la pena massima di cinque anni di reclusione.
Nello specifico, il cittadino italo-russo, in qualità di amministratore di una società con sede in Russia, avrebbe omesso di pagare stipendi e altri emolumenti a 110 dipendenti, oltre a licenziarne altri 200.
La frode per mancato pagamento stipendiale ammonterebbe ad un corrispettivo di circa 80 milioni di euro, oltre ai quali vanno aggiunti il mancato pagamento di tributi e l’alienazione fraudolenta di beni societari per un ammontare di altri 82 milioni di euro circa.
Per questo motivo l’uomo che vive tra la Lombardia e la Russia, in attesa della richiesta di estradizione, è stato arrestato dagli agenti della Polizia di Frontiera e condotto presso il carcere di Santa Maria Maggiore a disposizione dell’Autorità Giudiziaria la quale, oltre a convalidare l’arresto, ha disposto a suo carico l’obbligo quotidiano di firma. Nel frattempo è ospite da amici.
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