Francesco Moraglia nominato patriarca

L’annuncio ufficiale a mezzogiorno, campane a distesa in tutta la diocesi «Vengo a voi come servitore della Chiesa, vi chiedo preghiera e aiuto»
Morsego Venezia 31.01.2012.- Conferenza stampa in Curia per l'ufficializzazione del nuovo Patriarca di Venezia Francesco Moraglia. Nella foto il Vescovo di Vicenza Beniamino Pizziol.- Interpress
Morsego Venezia 31.01.2012.- Conferenza stampa in Curia per l'ufficializzazione del nuovo Patriarca di Venezia Francesco Moraglia. Nella foto il Vescovo di Vicenza Beniamino Pizziol.- Interpress

di Alberto Vitucci

«La chiesa veneziana ha il suo nuovo Pastore». Le campane di San Marco suonano a distesa, e l’amministratore apostolico Beniamino Pizziol, vescovo «reggente», dà l’annuncio. «Sua santità Papa Benedetto XVI ha nominato patriarca di Venezia sua Eccellenza reverendissima monsignor Francesco Moraglia». Applausi e commozione tra i fedeli e i religiosi in attesa nell’affollatissima sala Tintoretto del patriarcato. Dopo sette mesi di vacatio, il periodo forse più lungo nella storia della Curia veneziana, il Papa ha deciso. Il nome circolava ormai da giorni, e lunedì mattina è arrivata al vescovo Pizziol la lettera del Nunzio apostolico Adriano Bernardini. «La nomina mi era stata comunicata sabato pomeriggio al telefono», racconta Pizziol, «sono sicuro che la Chiesa veneziana saprà accogliere con gioia il nuovo patriarca e camminare insieme a lui».

59 anni non ancora compiuti, ordinato vescovo appena tre anni fa a Genova dal cardinale presidente della Cei Angelo Bagnasco, Moraglia è laureato in Teologìa dogmatica, presidente della Fondazione Comunicazione e cultura, docente di Storia della Teologìa a Genova. Il suo nome era rimbalzato tra i «papabili» alla successione di Scola nel settembre scorso. Fino alle conferme ufficiose di questi giorni. La nomina, annunciata in contemporanea a Roma, La Spezia e Venezia, porta la data del 31 gennaio 2012.

E ieri il nuovo patriarca ha inviato al vescovo Pizziol, al patriarca emerito Marco Cè e a tutti i sacerdoti, diaconi e fedeli della Diocesi, un messaggio di saluto di tre cartelle da dove emerge in qualche modo la personalità del nuovo patriarca. Umiltà, apertura al dialogo, mano tesa alle altre religioni e ai «non credenti». E una richiesta di aiuto e collaborazione a tutti. «Perché da solo», dice il neopatriarca di Venezia, «il vescovo non può fare nulla».

«Trepidazione ma anche una grande fiducia nel Signore», scrive monsignor Moraglia, «il nuovo compito richiede doti di tale prudenza, di saggezza di cuore e d’intelletto che nessuno può pensare di possedere. Per questo mi rivolgo a voi chiedendo preghiera e aiuto». «Per la Chiesa e il suo nuovo Pastore», continua il nuovo vescovo di San Marco, «inizia il tempo della comunione a priori, in un piano provvidenziale che va sempre oltre quanto gli uomini possono immaginare». «Non conto su particolari doti e doni personali, non vengo a voi con ricchezza di scienza e intelligenza, ma col fermo proposito di essere il primo servitore della nostra chiesa di Venezia». Cita la seconda lettera di San Paolo ai Corinzi: «Non intendiamo fare da padroni della vostra fede, siamo invece i collaboratori della vostra gioia». Ricorda la «lunga storia scandita dalla santità» della Chiesa veneziana, che ha dato a Roma tre papi: Giuseppe Melchiorre Sarto (San Pio X), Angelo Roncalli (Beato Giovanni XXIII), Albino Luciani (Giovanni Paolo I). Cita il Concilio vaticano II, di cui ricorre il cinquantenario. E annuncia: «Vengo col desiderio di ascoltare, capire e conoscere». Riconosce il ruolo dello Studium generale marcianum e la sua alta funzione educativa. E tende la mano «ai giovani e alle differenti confessioni cristiane, la comunità ebraica e le altre religioni presenti nel territorio della Diocesi, agli uomini e alle donne non credenti e coloro che sono in ricerca della fede». Saluta infine il patriarca emerito Marco Cè e il suo predecessore Angelo Scola.

«Monsignor Moraglia viene da noi forte di una lunga esperienza accademica e pastorale», commenta monsignor Pizziol, «lo accoglieremo con grande gioia». E annuncia la costituzione di un comitato di accoglienza per l’arrivo del nuovo pastore. Che potrebbe entrare in San Marco il 25 marzo, giorno della fondazione di Venezia, in tempo dunque per presiedere le celebrazioni liturgiche della Pasqua.

Dopo sette mesi di vacatio, e il Natale passato per la prima volta senza il patriarca, la Chiesa di Venezia si preparara ora ad accogliere il suo nuovo vescovo.

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