Finti incidenti, truffa da 200 mila euro

Indagate 29 persone per associazione a delinquere. Scoperti tre episodi tutti a Marghera, nei guai un avvocato mestrino
Di Francesco Furlan
Conferenza questura di via Miranese, Mestre.
Conferenza questura di via Miranese, Mestre.

C’era l’automobilista che provocava l’incidente, i passeggeri a bordo dell’autobus che accusavano il colpo di frusta, gli avvocati compiacenti e infine ci sono anche due studi medici coinvolti, di cui si dovrà verificare la correttezza delle prestazioni erogate in base ai punti di invalidità, lo strumento con il quale le assicurazioni misurano la gravità di un infortunio. Più è grave l’infortunio, più sono i punti, e più sono i soldi del risarcimento da mettere in tasca.

Sono 29 le persone indagate per associazione a delinquere finalizzata alla truffa delle assicurazioni nell’indagine condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Mestre e coordinata dal pubblico ministero Walter Ignazitto. Stando alle indagini, c’era una fetta di torta per tutti. I carabinieri del comandante Carmelo Graci e del capitano Enrico Risottino sono convinti che ai vertici dell’associazione ci fossero Massimiliano Cosimo Zingaropoli, 43 anni originario di Gioia del Colle (Bari) ma all’epoca dei fatti domiciliato a Scorzè, e M.Z., 39 anni, originario di Dolo ma residente a Mira. Sarebbero stati loro a organizzare e provocare gli incidenti, raccogliere i complici da trasformare in passeggeri e a tenere i rapporti con i due avvocati coinvolti (un 35enne con studio a Mestre e un legale con studio a Padova) indirizzando poi i complici nei due centri medici, la Bissuola Medica di Mestre, con sede in via Caviglia, una laterale di via Bissuola, e il centro Studi Medici Istrana nell’omonimo comune della provincia di Treviso.

Al momento sono tre gli incidenti accertati, tutti nel 2012, anche se è probabile che ce ne siano molti altri. Il primo è del 16 luglio, l’investimento pilotato di una persona avvenuto a Marghera, con il coinvolgimenti, in combutta, di due persone. Il secondo è del 28 luglio, in via della Libertà, nei pressi della Fincantieri, dove un membro della banda, alla guida della Golf ha tamponato un autobus dell’Actv: a bordo c’erano nove persone della banda. Il terzo incidente è del 25 agosto sul Ponte della Libertà: in quell’occasione l’automobilista superò l’autobus dell’Actv poi gli si pose davanti e inchiodò, assicurandosi così che il bus lo tamponasse. A bordo del mezzo c’erano 15 persone. Dopo gli incidenti andavano prima al pronto soccorso, e poi nei due centri medici. Secondo i carabinieri il danno risarcito dalle assicurazioni a fronte dei falsi incidenti è stato di quasi duecentomila euro. I passeggeri complici erano istruiti in riunioni che si tenevano al bar. Veniva spiegato loro di salire sul bus - non tutti alla stessa fermata per non dare nell’occhio - e di prepararsi perché in prossimità di quell’incrocio o di quel passaggio pedonale si sarebbe verificato l’incidente. Secondo i riscontri dei carabinieri nell’associazione sarebbero stati coinvolti anche tre minorenni. Le perquisizioni di ieri mattina, soprattutto quelle nei due studi medici, serviranno per fare chiarezza soprattutto sul ruolo giocato dai centri medici - al momento i titolari non sono indagati - e in particolare da alcuni medici in servizio.

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