Fiera nautica, novità e beneficenza

A Ca’ Noghera 60 barche e il mototopo ibrido. Raccolta fondi per Amatrice
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA

La giornata uggiosa di ieri non ha fermato gli appassionati di nautica che si sono dati appuntamento ai cantieri i Beraldo per la seconda edizione della “Fiera Nautica Laguna Nord Venezia”. Una sessantina gli espositori provenienti da Milano, Sondrio fino a Ravenna. Benedetti al mattina dalla scarica a salve della Guardia nazionale la Fiera ha preso il via anche con un fine benefico. Al box informazioni, infatti, si raccolgono fondi per aiutare Amatrice e la scatola sigillata, alla fine della manifestazione (che si concluderà il prossimo fine settimana) sarà consegnata al sindaco direttamente dalle mani di Mirco Beraldo, titolare del cantiere. «Siamo orgogliosi di questa edizione perché tutti quelli presenti testimoniano come la nautica sia investimento per creare posti di lavoro. Vogliamo far conoscere al mondo la bellezza della laguna nord, una zona fuori Venezia ma tutta da scoprire. Anche per questo organizziamo veri e propri tour».

Il mestiere del costruttore di barche da lavoro e pesca nella laguna sta morendo tanto che dei famosi maestri d’ascia ne sono rimasti solo due a Venezia. Eppure in questo spazio di 6000 mq uno c’era e con una novità che potrebbe rivoluzionare il traffico acqueo. È Agostino Amadi che due anni fa ha compiuto i 55 anni di attività festeggiati con un libro il cui ricavato è a favore delle Missioni dei Frati Minori Francescani in Guinea Bissau. Documenti della sua famiglia attestano il suo lavoro già nel 1871 con accenni anche al 1600. Ora, però, con una novità mondiale. La mototopo ibrida con un motore diesel da 140 cavalli e uno elettrico da 9 sufficiente per le velocità della laguna e, soprattutto, con impatto ambientale zero e moto ondoso nullo.

«È un prototipo costruito con la società italo americana Twin Disk», dice Paolo Molin, collaboratore di Agostino. «Se conquisterà Venezia, produrlo in serie in tutto il mondo sarà una passeggiata. Usando il motore diesel si ricaricano le batterie elettriche che possono essere installate su ogni tipo di imbarcazione anche se non nata “ibrida”. Complimenti a Mirco Beraldo per l'iniziativa anche se molti non sanno cosa c’è dietro: la fatica, i contatti, il lavoro, eppure in due anni hanno raddoppiato visitatori ed espositori». Mirco Berardo conclude però amareggiato. «A Venezia siamo rimasti in pochi. Questo è un mestiere in cui ci si deve sporcare le mani. La gioventù oggi vuole arrivare e guadagnare tanto subito. Invece noi vorremmo che la nautica, per una nazione con oltre 7.000 km di coste diventasse una delle maggiori fonti di reddito».

Gian Nicola Pittalis

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia