Incursione pro Pal a Ca' Foscari, Fiano non può parlare

L’ex deputato del Pd e presidente di Sinistra per Israele contestato durante l’incontro promosso dall’associazione universitaria Futura: «Il principio fascista che hanno loro in mente è che che non ha idee come le loro non deve parlare»

Camilla Gargioni
La protesta proPal a Ca' Foscari durante l'intervento di Fiano
La protesta proPal a Ca' Foscari durante l'intervento di Fiano

Un incontro per parlare della crisi in Medio Oriente con Emanuele Fiano, ex deputato del Partito Democratico e presidente di Sinistra per Israele, organizzato dall’associazione universitaria Futura. Ma Fiano viene contestato e l’incontro interrotto da attivisti Pro-pal.

«Ho provato in tutti i modi a continuare», ha detto Fiano, «ma hanno continuato a parlare e dire su di me falsità. Il principio fascista che hanno loro in mente è che che non ha idee come le loro non deve parlare». Inizialmente, era previsto per le 17.30 di lunedì 27 ottobre, a San Sebastiano. Ma sui social degli attivisti del collettivo Sumud (insieme a Fgc, Fronte della gioventù comunista), già domenica sera, è partita la mobilitazione per un presidio “antisionista” di fronte a San Sebastiano, lo slogan «Vi vogliamo scacciare».

Allora, gli studenti di Futura hanno chiesto all’ateneo di cambiare sede: l’appuntamento si sposta a San Giobbe. Tra i presenti, c’è anche il presidente della comunità ebraica di Venezia Dario Calimani. Ma gli attivisti arrivano in aula, srotolano striscioni.

«La prima mezz’ora si è svolta tranquillamente», spiega Simone Rizzo, presidente di Futura e componente del Senato Accademico. Poi entrano alcuni pro-Pal, a cui viene dato spazio per un intervento. «Una volta letto, hanno cominciato a battere sui tavoli», spiega Rizzo, «non c’è più stata possibilità di parlare».

Solidarietà all'ex deputato Pd è giunta da tutti gli schieramenti politici, dai dem Piero Fassino, Andrea Martella a Simona Malpezzi e Beppe Provenzano, da Carlo Calenda fino a Gianmarco Centinaio, anche dal presidente del Senato Ignazio La Russa e dalla ministra all’Università Anna Maria Bernini: «Le università devono restare spazi aperti». «Impedire a una persona di parlare, a maggior ragione nel contesto di un'università, è una forma di aggressione, seppure verbale, che contraddice la storia e l'identità di Venezia», afferma l’assessore all’università Paola Mar.

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