Felice Maniero assolto dall’accusa di evasione

CAMPOLONGO.
Felice Maniero, pur essendo libero, era stato sottoposto alla sorveglianza speciale con un provvedimento deciso dal Tribunale di Venezia. Una delle limitazioni prevedeva che dovesse rientrare a casa entro le 23 e non potesse uscire durante la notte. Era stato autorizzato, per le ferie di agosto, a soggiornare con la sua nuova identità all’hotel Alexander di Pesaro dal 5 al 21 di quel mese del 2009. Toccava dunque all’autorità di Polizia di Pesaro controllare che rispettasse le prescrizioni previste dalle norme. Ma i poliziotti della Questura del capoluogo marchigiano sia il 20 agosto, alle 23,15, sia pochi minuti dopo la mezzanotte del giorno successivo, il 21, hanno segnalato la sua assenza dall’albergo dove aveva comunicato di essere ospitato. Così, la Procura di Pesaro lo ha citato a giudizio per la violazione delle norme sulla sorveglianza speciale.
Difeso dall’avvocato veneziano Maurizio Scattolin, alla fine del processo è stato assolto dal giudice monocratico perché il fatto non sussiste, così come aveva chiesto il suo difensore. Nelle motivazioni della sentenza il giudice spiega che, dalla relazione di servizio, «si evince che il controllo di polizia fu effettuato chiedendo informazioni all’addetto della reception e telefonando in camera di Maniero, così appare del tutto evidente che non si è raggiunta la prova convincente della violazione ipotizzata, ben potendo - come hanno affermato i testimoni - l’imputato trovarsi in area non ispezionata della struttura ricettiva proprio al momento della verifica». Maniero, infatti, stava giocando a carte su un tavolo accanto alla piscina dell’albergo e a confermarlo sono stati due testimoni, coloro che giocavano con lui. Non si trattava certo di amici compiacenti, ma di due poliziotti veneziani che tenevano d’occhio l’ex boss della Riviera del Brenta più che altro per proteggerlo da possibili vendette degli ex compagni d’avventura.
Trascorsi quindici anni dai processi scaturiti dalle sue dichiarazioni, che hanno provocato l’arresto e la conseguente condanna di decine di suoi complici per omicidi, rapine, traffici di sostanze stupefacenti, sequestri di persona, estorsioni e altro, più di qualcuno comincia ad uscire dal carcere dopo aver scontato la pena e paradossalmente Maniero, che comunque non sembra preoccuparsi per questo, rischia più adesso che immediatamente dopo le confessioni rilasciate in seguito all’ultimo arresto da parte dell’allora Criminalpol, quello di Torino, quando stava cercando di lasciare l’Italia per passare in Francia.
Giorgio Cecchetti
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