Fase 2: Barbieri e parrucchiere, prenotazioni boom a Mestre

MESTRE. C’è chi ha aperto la lista delle prenotazioni via WhatsApp sicuro che lunedì prossimo si possa riaprire, chi chiama i clienti per far prendere loro appuntamento e chi ha già pieno per tutto il mese. In questo momento il problema più grosso per la categoria dei parrucchieri (fatta salva l’incognita sulla riapertura che non è ancora chiara), ma anche in modo più blando per gli estetisti, è il lavoro nero.
Più i saloni rimangono chiusi – continuano a ripetere parrucchieri e barbieri - più le persone hanno la necessità di andare a farsi tagliare capelli, barba, ravvivare il colore, fare la permanente, coprire la ricrescita. C’è chi lo deve fare per obbligo lavorativo, perché con i capelli lunghi e in disordine, proprio non ci può stare. Da qui il dilagare del fai-da-te in abitazione e in nero.
«Senza igiene e precauzioni il virus sta girando di casa in casa, ma nessuno vuole capirlo» spiega Sergio Gnan, che nei giorni scorsi ha rappresentato la categoria dei parrucchieri più agguerriti che mai, pronti per la riapertura consegnando una lettera con le richieste all'assessore regionale Manuela Lanzarin. «Oggi c’è un’emergenza, questa dobbiamo risolvere. Poi vengono le strade, i lavori, tutto il resto. Ma siamo con l’acqua alla gola, i dipendenti non hanno soldi, incrementano il lavoro nero. Cosa facciamo noi onesti?».
Gnan si è fatto portavoce di uno dei grossi problemi della categoria che il lock down sta incrementando, vale a dire l’abusivismo che secondo i parrucchieri dilaga giorno dopo giorno più si allungano i tempi. E la categoria è certa che dipendenti a casa senza più un posto e uno stipendio, piuttosto che persone che l’hanno sempre fatto, stiano lavorando con i clienti su appuntamento nei propri appartamenti. «L’abusivismo è un’ondata senza igiene e senza precauzioni oggi più pericoloso che mai, queste persone girano per le case, portano il virus di appartamento in appartamento. Lo vogliamo capire?»
La richiesta principale, però, sono gli aiuti a fondo perduto, il blocco della tassazione, il sostentamento delle attività, che non possono essere lasciate sole ad affrontare la situazione. «Le nostre tasche sono vuote. Purtroppo non c’è chiarezza e considerazione per la nostra categoria, una categoria per la quale le norme di sicurezza ed igienico-sanitarie sono prima di tutto norme di rispetto per noi stessi, i nostri dipendenti e le nostre clienti».
L’altro grosso problema che evidenziano i titolari di attività, è la responsabilità che grava sul gestore di un negozio qualora qualcuno si ammalasse di Covid. I parrucchieri attendono, infine, il protocollo con le disposizioni e i comportamenti da adottare nei saloni, che stando alle dichiarazioni del Governo così come del sottosegretario Achille Variati, dovrebbe arrivare nei prossimi giorni, dopo che saranno chiusi i monitoraggi della settimana che termina oggi e ci saranno i primi dati sull’andamento dei contagi e dell’epidemia.
Nel frattempo parrucchieri, barbieri ed estetiste si stanno organizzando per rifornirsi di mascherine, guantini, kit mono uso, ma anche per far igienizzare gli ambienti, che sono comunque chiusi da due mesi. Molti puliscono il locale, cercano ditte e imprese convenienti, contattano i clienti e si fanno due conti, per capire quante ore dovranno stare aperti e come rimodulare gli orari per soddisfare le esigenze di tutti. —
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