Fanno rumore, chitarre sotto sequestro da un anno

JESOLO. Musica troppo alta, di fronte alle cento denunce penali delle passate stagione, la questione musica nei locali torna in primo piano nella Jesolo che pensa già alla prossima estate. Il caso del cantante Ivo Gallo è sotto i riflettori dopo il discusso sequestro delle sue chitarre. Gestore del locale “B*Live” di via Verdi, assieme al fratello Mirco che compone la band, Gallo, musicista noto anche all’estero, ha ancora gli strumenti sotto sequestro dopo che per due volte avrebbe superato i decibel suonando all’ aperto nella sua terrazza.
Il sindaco Valerio Zoggia e l’assessore alla sicurezza Luigi Rizzo hanno assicurato che anche la prossima estate i locali potranno fare musica rispettando le regole. Lo stesso vale, ovviamente, per piazza Mazzini dov’era intervenuta la magistratura con sequestri e imposizione di orari. Il caso di Ivo Gallo è emblematico, anche se rimasto in sordina per mesi. «Il comandante della polizia locale, nella sua relazione in Consiglio comunale, ha illustrato l'attività di repressione dei reati compiuta nel corso del 2014», ricorda il consigliere dell’Ncd Mirco Crosera, «e abbiamo appreso che le nostre forze dell'ordine hanno fatto un centinaio di denunce per disturbo della quiete pubblica ex articolo 659 del Codice Penale. Persino in occasione di una festa di piazza organizzata da un Comitato e patrocinata dal Comune che suonava alle 22.30 circa.
Hanno multato centinaia di extracomunitari per la vendita abusiva sull’arenile, e già mi immagino quante di queste multe siano state poi effettivamente pagate, ma hanno sequestrato solo pochi grammi di marjuana e di hashish. Sappiamo benissimo che di notte, il lungomare è anche in mano agli spacciatori, e nessuno ci può andare dopo una determinata ora. Per la sicurezza andrebbero stanziate più risorse, affinchè siano presi questi delinquenti veri, invece di far sequestrare chitarre e correre dietro ai figli delle miseria in spiaggia che vendono stracci».
La sicurezza è ancora in primo piano. Daniele Bison continua a sottolineare come le nuove 30 videocamere non troveranno il personale necessario poi per visionare i filmati. «Dobbiamo rilevare che sono state elevate tante sanzioni per disturbo alla quiete pubblica con fastidiosi risvolti penali, puniti con tre mesi di carcere, e poi gli spacciatori sono liberi di presidiare la spiaggia», dice Christofer De Zotti di Jesolo Bene Comune, «questioni che vanno portate sul tavolo del prefetto assieme al potenziamento degli organici».
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