«Falliti a causa d’illeciti penali»

Rondinelli promette battaglia per il crac della Marina Portegrandi. Barche salve

QUARTO

«Mi opporrò con tutte le mie forze a questa sentenza, dato che mi ritengo vittima di comportamenti scorretti che rasentano l’illecito penale». Enrico Rondinelli, presidente e amministratore unico della Marina di Portegrandi srl, la società immobiliare che doveva sviluppare la conca, reagisce al fallimento decretato con sentenza depositata il 9 febbraio dal tribunale di Venezia.

Dalla Cina, dove risiede, Rondinelli ha tentato fino all’ultimo di difendere il progetto che doveva sviluppare a Portegrandi la più bella “marina” della zona, con unità immobiliari e servizi in grado di competere con quelli offerti da Jesolo e Chioggia.Invece una delle banche che vantavano crediti nei suoi confronti ha chiesto e ottenuto, codice alla mano, la sentenza di fallimento che il tribunale non poteva non dichiarare.Tramite il suo portavoce Rondinelli non contesta la sentenza, che sarà comunque impugnata, ma il comportamento della banca. «Si parla tanto di crisi economica - spiega - in cui si auspica il salvataggio delle imprese. Bene: questa impresa di fronte a un debito che ammontava solo a un terzo del capitale sociale è stata dichiarata fallita». Tra gli atti che potrebbero essere contestati da Rondinelli il progressivo innalzamento del tasso chiesto dalla banca per l’esposizione del cliente, una prassi consueta in molti casi di “incaglio” e “sofferenza” bancaria, ma che in questo caso, secondo lo staff della “Marina di Portegrandi” avrebbe potuto oltrepassare i limiti previsti dalla legge sforando nell’usura. «Questo è immorale - dice Rondinelli - e sarà ulteriore oggetto di analisi per l’ipotesi di illecito penale. Tutto l’incartamento e ogni singolo atto sarà oggetto di studio accurato e nei prossimi giorni faremo i nostri passi» Con la sentenza di fallimento sfuma però un piano complesso di sviluppo della conca in funzione turistica: un piano che prevedeva 500 posti barca, 90 unità abitative e un albergo a 4 stelle in una zona che per la posizione strategica e la bellezza non teme confronti. Un piano appoggiato dall’amministrazione dell’ex sindaco Loredano Marcassa, che prevedeva un rientro di 3 milioni e 700 mila euro in opere di urbanizzazione.Dopo un ventennio di attese e carte bollate e un piano di urbanizzazione su misura, il progetto iniziale prevedeva un investimento di 30 milioni, sfumati poi a causa delle azioni legali (sia penali che civili) che hanno segnato il travagliato cammino della società, cui sono legate altre due imprese: l’immobiliare “Vivaldi” per le unità abitative e la “Nautica Portegrandi” per i capannoni.

Nessun problema invece per la società che gestisce materialmente gli ormeggi, la “Portegrandi Yachting srl” che invece fa capo all’imprenditore Cesare Celentano, che continua in tutta tranquillità l’opera di ricovero, alaggio e manutenzione delle imbarcazioni senza alcun rischio di alcun tipo.

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