Fallisce Trischitta, a rischio la rivendita di San Donà

San Donà. salvi 10 negozi e 42 posti di lavoro 

SAN donà. La storica catena di ortofrutta Trischitta srl è stata dichiarata fallita ieri dal tribunale di Pordenone. Dal primo negozio aperto nel 1987 ad Azzano Decimo l’imprenditore Maurizio Trischitta, che ha ereditato la passione per il commercio dai genitori, è riuscito a creare una realtà con venti punti vendita fra Friuli Venezia Giulia e Veneto.

Dieci negozi su venti, con 42 dipendenti, alzeranno oggi le serrande e i loro affezionati clienti potranno acquistare come al solito frutta, verdura e gli altri prodotti. Gli altri dieci invece, con trenta dipendenti, sono stati chiusi per ferie: il loro futuro è al momento incerto.

Come richiesto dalla proprietà il tribunale fallimentare, presieduto da Lanfranco Tenaglia, a latere nella veste di giudice delegato Roberta Bolzoni e Lucia Dall’Armellina ha disposto immediatamente l’esercizio provvisorio del ramo d’azienda per 30 giorni per la metà dei negozi. La prosecuzione parziale dell’attività è stata autorizzata dal curatore fallimentare Paolo Pilisi Cimenti.

Serrande alzate dunque a Pordenone, Porcia, Cordenons (solo via Giotto) Villotta di Chions, Maniago, Portogruaro, Udine (solo viale Tricesimo), Codroipo, San Daniele del Friuli e Lignano.

I 42 dipendenti dei dieci punti vendita aperti non perderanno un solo giorno di lavoro, perché dopo l’esercizio provvisorio passeranno sotto una nuova gestione. C’è una società interessata all’acquisto di questo ramo d’azienda. «Una newco del settore – ha chiarito l’avvocato Barbara Bortolussi, che assiste la Trischitta srl – ha già presentato un’offerta irrevocabile per i dieci negozi e il ricollocamento di 42 dipendenti su 72. Il curatore si sta adoperando per capire se c’è interessamento anche sugli altri dieci negozi».

Il curatore fallimentare Pilisi Cimenti organizzerà l’asta competitiva per la vendita del ramo d’azienda prima di ferragosto. Se non dovessero presentarsi altri acquirenti con offerte superiori, sarà la Newco ad aggiudicarsi l’attività. La società, fra l’altro, intende mantenere il marchio.

“Trischitta srl” rimarrà dunque come vestigia di una realtà imprenditoriale che ha sempre fatto della qualità dei prodotti e del servizio la propria bandiera, come recita il suo motto, “Buoni per natura dal 1954”. Si cerca, nel frattempo, di trovare un’offerta analoga anche per gli altri dieci negozi con i relativi dipendenti. L’avviso “chiusi per ferie” è stato affisso intanto sulle vetrine dei negozi Trischitta in via Sclavons a Cordenons, Sacile, Casarsa della Delizia, Spilimbergo, San Donà di Piave, via Verona a Udine, Fagagna, Gemona, Prata, Trieste. L’intenzione è di salvare tutti i posti di lavoro e punti vendita. Le trattative sono in corso. Che cosa ha determinato la richiesta di fallimento in proprio? «C’è stata una crescita esponenziale dei punti vendita, dislocati peraltro logisticamente in zone differenti, in brevissimo tempo e questo ha creato una situazione di difficoltà di gestione» ha risposto l’avvocato Bortolussi. Il legale ha confermato che la decisione di portare i libri in tribunale è stata «molto sofferta» e che l’imprenditore ha tentato ogni strada per salvare l’azienda, cercando investitori, ma senza successo. Così non è rimasta altra scelta che la richiesta di fallimento. —

I.P.



Riproduzione riservata © La Nuova Venezia