Fallimento Calcio Venezia, assolto Gallo

VENEZIA. Dal fallimento del Venezia Calcio sono passati sette anni e, ora, al Tribunale di Venezia riemerge quella lontana vicenda con una sentenza che condanna (a un anno di reclusione) l’ex presidente della società Luigi Gallo (nella foto), ma solo per aver concorso a presentare una falsa lettera di fidejussione per 30 milioni di euro (intestata Assicurazioni Generali) all’Agenzia delle Entrata, a garanzia di somme dovute dal AC Venezia 1907. I giudici del Tribunale, infatti - presidente Vincenzo Santoro - hanno invece assolto Gallo dal reato più grave di bancarotta fraudolenta, ovvero, dall’accusa di aver distratto 143 mila euro della società (accusa per la quale l’ex amministratore unico Francesco Dal Cin ha patteggiato la pena, uscendo dal processo).
Con Gallo, ieri sono stati condannati ad un anno di reclusione gli altri tre imputati: stando all'accusa, infatti, a realizzare il falso sarebbe stato Franco Di Flavio (50 anni, di Massa Fermana), con la collaborazione e l'intermediazione di Alberto Balestrazzi (46 anni, residente a Massa Carrara) e Gianni Tortorella (66 anni, veronese): tutti - secondo l’accusa - avevano agito su commissione di Gallo «dietro pagamento di ingenti somme».
Si sono così ridimensionate le ben più pesanti richieste di condanna avanzate, a luglio, dal pubblico ministero Federico Bressan, che per l’ex presidente del Venezia Calcio - con residenza genovese - aveva chiesto una condanna a cinque anni di reclusione, per bancarotta fraudolenta, tentata truffa e falso, mentre per gli altri tre imputati la richiesta di condanna dell’accusa per il solo falso era stata di 1 anno e 4 mesi. Richieste fortemente ridimensionate per il Tribunale, che ha ritenuto gli imputati colpevoli solo per aver «al fine di ottenere un decreto di rigetto dell’istanza di fallimento della società calcistica Venezia 1907, formavano una falsa lettera d’intenti della società Assicurazioni Generali ad emettere per conto dell’associazione calcio una polizza fidejussoria a favore dell’Agenzia delle Entrate a garanzia del pagamento di somme dovute, fino a un massimale di 30 milioni di euro, con un fasullo proforma di polizza allegato».
A tal proposito, il Tribunale ha anche respinto la richiesta di risarcimento danni avanzata da Assicurazioni Generali, non essendoci stato di fatto alcun esborso economico ai danni delle Generali. Per capire perché - a sette anni dal fallimento - sia finito in un nulla di fatto l’inchiesta per bancarotta, bisognerà invece attendere il deposito delle motivazioni della sentenza, con la possibilità per le parti e la Procura di ricorrere in Appello.
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