Ex sede Telecom, Meucci e mensa Così si rivoluziona il distretto M9

Albergo in via Carducci e Caffè letterario in via Pascoli Il museo come motore per la riqualificazione urbana
Foto Agenzia Candussi/ Furlan/ Mestre/ via Carducci/Ex palazzo Telecom/ Nella foto l'ex mensa telecom
Foto Agenzia Candussi/ Furlan/ Mestre/ via Carducci/Ex palazzo Telecom/ Nella foto l'ex mensa telecom


MESTRE. L’arrivo di M9 sta provocando un percorso di riqualificazione urbanistica che sta interessando l’area compresa tra il museo, via Carducci, e piazzale Donatori di Sangue. E che - se tutte le intenzioni e i progetti andranno a buon fine - potrebbe cambiare radicalmente questo pezzo del centro di Mestre.

Giù la palazzina

L’ultima novità è il rilascio del permesso per l’abbattimento e la ricostruzione della palazzina di via Meucci, ultimo pezzo del progetto del distretto culturale di M9. Permesso rilasciato a Polymnia dal Comune di Venezia questo mese e che consente di concretizzare il progetto di nuovi spazi vetrati al piano terra e al primo piano con un nuovo varco pedonale di collegamento tra piazzale Donatori di Sangue, all’angolo con le Poste centrali e la nuova piazza del museo M9. Il Meucci era stato l’ultimo edificio acquisito da Polymnia, oggi M9 district, per la “campagna acquisti” per la realizzazione del progetto M9 a Mestre. Ora i cantieri devono partire in fretta. «In sei mesi va realizzata la riqualificazione con l’idea di locare poi l’intera palazzina per usi commerciali o finanziari», spiega il presidente della Fondazione di Venezia Gianpietro Brunello, che ha chiuso il bilancio 2018 e deve ripianare il disavanzo di 4,7 milioni di euro per l’avvio del progetto museale. Ora con il nuovo direttore generale Sernia e con il manager Pasquetti da maggio si entra nel vivo per far marciare il progetto museale, compresa la redditività delle aree in affitto. E probabilmente ci saranno novità a breve. Ma è tutta l’area tra via Pascoli, via Brenta Vecchia e via Carducci in fibrillazione.

Presentazione dell'M9, un progetto di rigenerazione urbana per la città metropolitana di Mestre - nella foto lotto n.4 - via Meucci
Presentazione dell'M9, un progetto di rigenerazione urbana per la città metropolitana di Mestre - nella foto lotto n.4 - via Meucci


Hotel all’ex Telecom

Si sono fatte consistenti le voci di un progetto per trasformare l’ex sede Telecom, lasciata libera dopo il trasloco della società, di proprietà del fondo Serenissima Sgr in un albergo a cinque stelle in pieno centro. Progetto che potrebbe essere firmato dal gruppo che aveva progettato il museo M9 ovvero gli architetti Sauerbruch e Hutton con la collaborazione dell’architetto Plinio Danieli, già firma del progetto dell’hotel al Laguna Palace di viale Ancona. Un incarico formale ancora pare non esserci ma l’idea alletta. E si attendono le prossime mosse delle proprietà. Il palazzo fronte via Carducci, che ospita ancora gli uffici della Telecom, è di proprietà della società Beni Stabili (che fa capo all’imprenditore Del Vecchio) che ha tra i suoi assett anche gli alberghi. E che ha individuato in quest’area un luogo di interesse per la realizzazione di un hotel di lusso.

Foto Agenzia Candussi/ Furlan/ Mestre/ via Carducci/Ex palazzo Telecom/ Nella foto l'ex palazzo telecom
Foto Agenzia Candussi/ Furlan/ Mestre/ via Carducci/Ex palazzo Telecom/ Nella foto l'ex palazzo telecom


il caffè letterario

Della partita fa parte anche l’ex mensa della Telecom, l’edificio a due piani che si affaccia su via Carducci e via Pascoli, anche se il fatto che l’edificio appartenga a più proprietari rende tutto più difficile.

Foto Agenzia Candussi/ Furlan/ Mestre/ via Carducci/Ex palazzo Telecom/ Nella foto l'ex mensa telecom
Foto Agenzia Candussi/ Furlan/ Mestre/ via Carducci/Ex palazzo Telecom/ Nella foto l'ex mensa telecom

Parte del piano terra, per un totale di 400 metri quadrati, è di proprietà di una inglese che ci vorrebbe realizzare un caffè letterario, e si è già detta disponibile a offrire gli spazi a un prezzo contenuto rispetto a quello di mercato a chi volesse lanciarsi nel progetto. In questi giorni alcuni contatti ci sono stati per l’apertura di una galleria d’arte, ma nulla si è ancora concretizzato. Il primo piano dell’immobile è di proprietà di Unicredit mentre, la parte dell’edificio che si affaccia a via Carducci (dove c’è l’Italiana Caffè), appartiene ad altri privati. —


 

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