Estorsione da 300 mila euro ai genitori

Mirano. Minacciati da un impresario e dalla compagna per due cantieri di case in restauro. Il figlio faceva da intermediario
MIRANO. Minacciavano una coppia di anziani di bruciare la casa e di spezzare loro le gambe. «Non conoscete come funzionano i terroni», era stata una delle frasi rivolte alla coppia. E così i due anziani, terrorizzati, avevano aperto il portafogli e poco a poco avevano versato 302.883 euro a Calogero Agostino Gasparo, messinese classe 1974, residente a Maerne, e alla compagna ucraina Olga Matveychuk, 36 anni. I due sono a processo per estorsione in concorso davanti alla giudice monocratica Michela Rizzi del tribunale di Venezia. Sul banco degli imputati anche il figlio della coppia di anziani, un quarantenne di cui omettiamo le generalità proprio per tutelare le vittime dell’estorsione. L’accusa è sostenuta dalla pubblico ministero Antonia Sartori.


È marzo del 2014 quando sarebbero iniziati gli episodi estorsivi ai danni della coppia. Sarebbe stato il figlio, ora imputato nel procedimento penale, a presentare ai genitori Calogero Agostino Gasparo, titolare di una impresa edile, a cui erano stati affidati due cantieri di restauro: uno nell’abitazione degli stessi genitori, l’altro in un immobile di proprietà della coppia nel Miranese. I lavori, tuttavia, ad un certo punto si erano bloccati per motivi legati all’azienda. Gasparo avrebbe ugualmente iniziato a chiedere soldi agli anziani. Prima con solleciti, poi con frasi intimidatorie, minacciando pesantemente la coppia che alla fine aveva ceduto. Era iniziato il flusso di bonifici, assegni e contanti dagli anziani verso Gasparo e Matveychuk, o comunque verso società collegate. Il tutto per un importo complessivo superiore ai 300 mila euro nell’arco di alcuni mesi.


Le richieste erano continue e ad un certo punto i genitori non ce l’avevano più fatta. Si sono presentati ai carabinieri per denunciare Gasparo, la compagna dell’Est e il figlio.


Nel corso del dibattimento davanti al giudice monocratico dovrà essere definita la posizione del figlio della coppia, accusato sì di estorsione in concorso ma sembra con un ruolo di trait d’union tra Gasparo e i genitori. A tre anni dai fatti, mamma, papà e figlio stanno cercando di ricucire i rapporti. Per questo i genitori, con l’avvocato Antonia Mazzola, si sono costituiti parti civili nei confronti di Gasparo e Matveychuk, ma non verso il loro ragazzo.


Ieri davanti alla giudice Rizzi è stata celebrata l’udienza filtro del procedimento che è stato rinviato al 17 maggio per l’esame dei testimoni della pubblica accusa e della parte civile. Nelle udienze successive sono previsti l’eventuale esame degli imputati e dei testi della difesa.


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