Esame di maturità la prova di italiano divide gli studenti

Nel veneziano impegnati 6.100 ragazzi. Sorprende l’analisi del testo di Caproni, molti scelgono natura e robotica
Al via la maturità, ieri, con la prima prova scritta, il tema di italiano. Tra gli studenti (6. 100 circa in tutta la provincia) un po’di sorpresa perché attendevano temi quali l’immigrazione, il terrorismo, Pirandello, poi grande interesse soprattutto per i titoli dedicati alla natura, alle nuove tecnologie e al lavoro che hanno offerto spunti di attualità e riflessione. Al liceo Marco Polo di Venezia i maturandi, 220, sono suddivisi in tre indirizzi: al classico 48, al musicale 22, all’artistico 150. «Erano tutti presenti e tutto è filato liscio. I primi studenti hanno consegnato l’elaborato dopo appena tre ore su sei a disposizione», ha dichiarato il vice preside Paolo Favorido.


Alberto Fabris di Mestre, 19 anni, ha optato per il saggio breve tecnico-scientifico sulla robotica: «Non ho perso tempo e sono stato fortunato. La mia tesina verteva su questo argomento. I miei genitori sono entrambi medici, mi iscriverò alla facoltà di medicina a Padova, Roma o Trieste». Giovanni Panizzo di San Donà di Piave, 18 anni, frequenta il liceo musicale: «Ho scelto quello sulla natura dell’ambito artistico letterario. Le tipologie erano simili e si poteva trattarle in modo diverso. Mi iscriverò alla facoltà di musicologia di Cremona. Tornerò a Venezia per argomentare di musica». Commenti positivi anche nella fondamenta del liceo artistico. Margherita Sartori di Mestre, 20 anni, con aria rilassata ha detto: «I temi erano bellissimi. Ho scelto il saggio breve, tipologia B, sulla natura. L’ho consegnato dopo circa quattro ore». Stessa scelta anche per la studentessa russa Eugenia Kulinova di Marghera, 20 anni. Enrico Rumonato di Campalto, 19 anni, ha faticato un po’ prima di tuffarsi nel testo. «Ora mi sento sollevato. Il saggio breve sull’ambito storico-politico era per me un argomento sicuro».


Nei due istituti di Via Asseggiano a Mestre: il liceo scientifico U. Morin e l’Istituto professionale Edison-Volta non c’è stata molta sorpresa. Per i ragazzi del Morin la prova di italiano è stata facile, una ragazza addirittura la definisce banale: «Progresso tecnologico, robotica, tutte cose trite e ritrite per nulla inaspettate». «A parte il fatto che durante le simulazioni in classe i professori hanno spinto molto su questi argomenti», racconta anche Martina Salemme. Per i maturandi la vera incognita è stata la traccia A, l’analisi del testo poetico di Giorgio Caproni, per lo più sconosciuto agli studenti: il Ministero, per l’analisi del testo, anche questo anno ha optato per un poeta che non è nei programmi degli studenti. Impossibile appigliarsi a quanto studiato nel corso dell’anno, dunque, contava solo la propria capacità di analisi. E, forse proprio per questo, è stata una delle tracce meno gettonate. Oggi seconda prova, diversa per ogni istituto.


Meno problemi per la terza prova (il così detto quizzone) perché “alla fine basta studiare”, come dicono un po’tutti i ragazzi. Impressioni e clima molto simili anche all’Istituto professionale Edison-Volta dove i maturandi Mattia e Andrea sono trai primi ad uscire. Al Volta la traccia che è andata per la maggiore è la B, quella a tema socio economico. Per Mattia era la traccia più semplice anche perché si era guidati nella scrittura dai numerosi testi forniti direttamente da ministero.


Un mix di sensazioni contrastanti tra gli studenti e le studentesse del liceo scientifico Benedetti di Venezia all’uscita dei cancelli di scuola dopo la prima prova dell’esame di maturità. Quattro le tracce tra cui scegliere (analisi del testo, saggio breve, tema storico o attualità), per un tema da completare in non più di sei ore. «A me le tracce non sono sembrate così difficili, anzi. Forse anche troppo discorsive e vaghe, così uno rischia di fare un tema generale senza focalizzarsi su niente. Io ho scelto il tema di cultura generale sul progresso della civiltà e della moralità, era quello più affascinante. La prima è andata, ma non eravamo troppo preoccupati. Per domani invece siamo in ansia», spiega Riccardo, della quinta C, in vista della seconda prova di matematica. Accanto a lui, i compagni di classe Massimo e Giorgia. «Io ho preferito l’analisi del testo di Caproni, sullo sfruttamento della natura senza nessun riguardo da parte dell’uomo. È quello che mi è piaciuto di più, anche se si poteva spaziare in qualunque ambito», dice il primo. «Io ho fatto la tipologia B, sul progresso della tecnologia, un po’ per esclusione», ammette la seconda.


Nadia De Lazzari


Eugenio Pendolini


Umberto Stentella


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