Eni mostra l’impianto di Marghera «Bioraffineria orgoglio italiano»

«Il Veneto colpito dalle recenti calamità naturali ci dice che se vogliamo mettere in sicurezza i nostri territori dobbiamo mettere in campo azioni adeguate a vincere la sfida ai cambiamenti climatici. Ecco perché il biocarburante prodotto a Marghera è un orgoglio nazionale. Il futuro si costruisce coniugando ambiente e produttività».
Al termine di una giornata di inaugurazioni, la svolta ecologista della presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, apre la visita delle autorità alla bioraffineria Eni di Porto Marghera. «I prossimi step» dice ancora Casellati, «sono l’incremento della capacità produttiva e la realizzazione di nuovi impianti per il trattamento di materie prime. Il green diesel dà una prospettiva di evidenti vantaggi economici e ambientali». Nelle prime file, i rappresentanti del mondo politico, amministrativo e industriale del Veneto: Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia, Pino Musolino, presidente del Porto, Roberto Marcato, assessore regionale allo sviluppo economico. Seduti a fianco, la presidente del colosso energetico, Emma Marcegaglia, e l’amministratore delegato, Claudio Descalzi. Il saluto arriva al termine della visita guidata ai 60 ettari in cui, a partire dal 2008, Eni ha realizzato la prima raffineria “green” riconvertita al mondo. Proprio da Marghera, infatti, nasce il brevetto “Ecofining” in grado di trasformare i trigliceridi delle biomasse in carburante adatto ai motori, grazie all’uso di idrogeno. Ciò consente una riduzione del 4% di emissioni di anidride carbonica e del 40% di particolato fine. È lo stesso carburante ad oggi impiegato nei battelli Actv, con una miscela “bio” del 15%, più del doppio di quanto previsto dalla legge italiana (7%). «Stiamo lavorando tantissimo assieme a Eni» dice Brugnaro, «per questo dico che Marghera è capitale non solo dell’idrogeno ma dell’industria e della manifattura. E poi in completa controtendenza rispetto ad altri luoghi, si sono creati posti di lavoro». Se finora è stato utilizzato solo l’olio di palma, adesso l’obiettivo è quello di aumentare la produzione grazie all’olio di frittura esausto e ai grassi animali. Ma anche, ad esempio, olio di karité, grassi animali, il matrilox, un sottoprodotto della chimica verde e della plastica biodegradabile. Lo conferma anche l’amministratore delegato, Descalzi: «Qui a Marghera puntiamo a fare il primo impianto di trattamento per ricavare idrogeno dalla plastica, un rifiuto tossico che può diventare carburante verde. Su questo siamo estremamente impegnati, e i nostri investitori ne sono al corrente». Certo, il quadro economico non è dei migliori. Lo conferma anche Emma Marcegaglia, presidente del gruppo Eni. La preoccupazione più grande, dice, arriva dalla politica protezionistica di Trump. I suoi effetti si faranno sentire anche in un paese esportatore come l’Italia: «E’ indubbio che risentiamo della situazione internazionale. Per questo è importante parlare di ricerca, innovazione, investimenti e politiche industriali». —
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