Emergenza moto ondoso gondole a rischio in Bacino

La poppa della gondola va su è giù come una zattera nel mare in tempesta. Il gondoliere sta in equilibrio per miracolo, i turisti sono leggermente pallidi. Navigazione a rischio in bacino San Marco, e un moto ondoso che ha raggiunto in questi giorni livelli insostenibili. «Ogni giorno così, si rischia di andare in acqua, non ce la facciamo più», allarga le braccia Daniele D’Este, giovane bancal del traghetto Danieli. Anche ieri mattina una gondola ha rischiato di ribaltarsi, sballottata da onde alte un metro prodotte da vaporetti stracarichi, motoscafi e taxi lanciati a grande velocità verso i Giardini della Biennale e il Lido. E i gondolieri hanno deciso di dire basta.
Il presidente della categoria, Aldo Reato, ha convocato ieri mattina nel tratto di Molo davanti al Danieli rappresentanti di Actv, Alilaguna, Ente Gondola. «Abbiamo stretto un accordo per provare a fermare l’emergenza», dice Reato, «anche se il problema principale resta quello dei controlli. Se tutti andassero piano il problema sarebbe relativo». Una delle emergenze riguarda l’arrivo e la partenza dei vaporetti dal pontile Actv di San Zaccaria-Danieli. I gondolieri hanno formulato due richieste specifiche: che il pilota arrivi a velocità ridotta al pontile e una volta fermo tenga innestata la marcia indietro invece dell’avanti. In questo modo sarebbe ridotta la «scia» delle eliche che spesso causa rischi alla stabilità delle gondole.
«Abbiamo preso nota, anche se tecnicamente non è semplice», dice il dirigente dell’azienda di trasporto Michele Busato, «alcuni vaporetti sono destrorsi, dunque con la marcia indietro si allontanano dal pontile». Mario Greco, a nome di Alilaguna, ha dato la disponibilità dell’azienda pubblico-privata a usare accorgimenti per eliminare i rischi ai pontili.
Ma il problema vero restano i taxi. Ieri intorno a mezzogiorno ne giravano a centinaia, non tutti sotto i limiti di velocità. «Occorre avviare un’azione seria di vigilanza e controllo», dice Reato, «nei prossimi giorni incontreremo anche i rappresentanti delle cooperative taxi. È interesse di tutti far diminuire questo maremoto». I gondolieri si lamentano, e le onde prodotte in bacino sferzano Molo e fondamente, causando danni e microcrolli. In alcuni punti della Riva Schiavoni i masegni sono sprofondati sotto l’effetto delle onde. Quasi impossibile attraversare il bacino a remi o a bordo di piccole barche. Rischioso anche in alcune fasce orarie con i vaporetti che fanno la spola tra le Zattere e la Giudecca. Alla faccia dei proclami, di anni di commissario straordinario, di inviti a «rispettare la città» la situazione moto ondoso è ormai oltre l’emergenza.
I motoscafisti non ci stanno a fare la parte dei cattivi. «Non siamo santi», si sfoga un taxista di Rialto, «ma non è che possono dare la colpa solo a noi. Prima di parlare di moto ondoso devono togliere dalla navigazione tutte le barche non autorizzate. I taxi con licenza rossa, quelli con la sigla P, Lv, i motoscafi di alberghi e vetrerie che svolgono servizio taxi. Perché non lo fanno?». Intanto il moto ondoso ha raggiunto livelli insostenibili. E i gondolieri pensano ad azioni clamorose.
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