Bieticoltura veneziana in crisi, l’invasione della Spodoptera mette a rischio i raccolti
Confagricoltura Venezia lancia l’allarme: la Spodoptera exigua sta devastando le barbabietole da zucchero nel litorale veneto. Mancano fitofarmaci efficaci per contrastare l’insetto. Ecco cosa sta succedendo

La bieticoltura veneziana è in emergenza. A lanciare l’allarme è Confagricoltura Venezia: un lepidottero particolarmente aggressivo, la Spodoptera exigua, sta mettendo a rischio interi raccolti di barbabietole da zucchero lungo il litorale veneziano, divorando in pochi giorni campi coltivati. “Abbiamo assistito a una defogliazione totale in alcune zone – spiega Carlo Pasti, presidente della Federazione regionale prodotto barbabietola – e non abbiamo più armi per difenderci”.
Il problema, denuncia Pasti, sta nella mancanza di fitofarmaci efficaci: “I trattamenti attualmente consentiti sono inefficaci. Ci troviamo in un paradosso: in Italia non possiamo usare le stesse molecole che proteggono i prodotti importati che poi finiscono sulle nostre tavole. Così rischiamo di perdere raccolti interi mentre importiamo zucchero prodotto con regole diverse”.
Venezia è la seconda provincia del Veneto per produzione di barbabietole. A Caorle, nella località Marango, l’azienda La Frassina di Pasti coltiva 100 ettari di barbabietole. L’imprenditore è anche socio di COPROB, l’unica filiera italiana dello zucchero, con stabilimenti a Minerbio (BO) e Pontelongo (PD), che produce 280.000 tonnellate l’anno. Proprio Pontelongo si prepara ad accogliere la campagna di raccolta veneta, con apertura prevista entro la settimana.
La stagione 2025 era partita sotto buoni auspici: meteo favorevole e ottime condizioni di semina. Ma il proliferare di insetti dannosi, favorito da un inverno mite e da un clima ideale per il loro sviluppo, sta mettendo tutto in discussione.
“Un tempo avevamo strumenti per contrastare questi attacchi, oggi no – conclude Pasti –. L’Europa, in nome della sostenibilità, ci ha tolto le difese lasciandoci in balia di eventi che possono compromettere mesi di lavoro. Siamo pronti a investire in agricoltura responsabile, ma non possiamo farlo senza strumenti adeguati quando le emergenze si fanno estreme”.
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