Ecco il Tempio votivo del Lido eroi e ricordi nel sacrario militare

LIDO. Per tutti è semplicemente il Tempio votivo del Lido, ma quello che sorge in Riviera Santa Maria Elisabetta, affacciato sulla laguna e rivolto a Venezia, è il solo sacrario militare della città. Un luogo della memoria, in cui sono ospitate le spoglie di soldati, crocerossine ed eroi dei due conflitti mondiali, ma in particolare della Grande Guerra. Un luogo che rivendica rispetto e che ha una storia molto particolare.
La decisione di erigerlo risale infatti al 15 agosto 1916, giorno in cui l’allora Patriarca, il cardinale Pietro La Fontaine, durante l’omelia di una funzione che stava celebrando, fece voto di costruire il Tempio in onore della Madonna affinché proteggesse l’Italia e in particolare Venezia. Un voto che fu poi formalizzato il 6 gennaio 1917 davanti all’immagine della Njcopeia in basilica di San Marco con tutte le autorità cittadine presenti.
La sede. Il patriarcato veneziano diventa formalmente proprietario dell’area in cui costruire il Tempio votivo l’11 febbraio 1917, grazie al terreno donato dalla signora Walter-Bas al termine di una solenne cerimonia. La posa della prima pietra è invece datata 8 settembre 1919. In seguito, però, venne deciso di spostarlo, trovando così collocazione definitiva nel 1924, liberando un’area destinata a maneggio e scuderia del maestro Cleanto Scarpa.
I costi. Un progetto simile avrebbe avuto costi consistenti per l’epoca, e così il Comune versò 30 mila lire, cui si aggiunsero le offerte dei fedeli sull’onda del voto fatto dal Patriarca. Al 10 giugno 1919 la somma raccolta era di 116.687 lire, e la colletta proseguì per altri cinque anni, sebbene poi il costo complessivo dell’opera raggiunse i tre milioni di lire.
Il progetto. Moltissimi furono gli elaborati ricevuti e valutati dal Patriarca La Fontaine, ma quello prescelto risultò il progetto dell’architetto Giuseppe Torres di Venezia. Il 15 luglio 1919 ne venne data notizia. Nell’idea iniziale il Tempio Votivo avrebbe dovuto sostituire la piccola chiesa di Santa Maria Elisabetta, che sorge a poche decine di metri, tanto che il progetto prevedeva di ospitare fino a 1.500 persone nella parte più interna, arrivando a 4.500 con l’anello esterno. Fino ad allora, infatti, nessuno aveva pensato di sfruttare l’edificio come sacrario per ospitare i caduti, cosa che avvenne solo in seguito.
Nel progetto il Tempio Votivo misura 18 metri di diametro per il domo da colonna a colonna, e 38 da una estremità all’altra del portico; l’altezza è di circa 28 metri al centro della cupola a cui si aggiungono i circa 4 metri della cripta, per un totale di circa 32 metri. Il cantiere vero e proprio venne aperto solo l’8 dicembre 1925, per vederne la chiusura nel 1936.
Il sacrario. La decisione di fare del Tempio Votivo un sacrario militare venne presa solo nel 1928, quando il 10 giugno venne traslato e inumato, con solenne cerimonia, il feretro del soldato Romualdo Guicciardi caduto a Campalto nel 1915 e perciò considerato primo morto per la difesa di Venezia.
A metà del 1929 fu stipulata la convenzione con il Commissariato Generale Onor Caduti dell’Esercito ed avviato un piano di recupero dei corpi dei soldati morti nel primo conflitto, che erano sparsi in cimiteri di guerra a volte piccoli o piccolissimi, se non addirittura in fosse a ridosso della linea del fronte, al fine di poterne celebrare la memoria.
I morti. Nell’agosto del 1930 iniziò il trasferimento delle spoglie dei 2690 soldati e marinai recuperati dai dismessi cimiteri di Venezia, Chioggia, Ca’ Gamba, Cavazuccherina (ora Jesolo) e Gambareale. In seguito furono aggiunte quelle di 499 caduti nel secondo conflitto mondiale tra cui i 46 ufficiali italiani trucidati dai tedeschi a Trilj nella ex Jugoslavia. In tutto i caduti che riposano nel sacrario lidense sono oggi 3.790.
Il futuro. Mentre al Lido si discute ancora sul nuovo sistema di illuminazione applicato alla statua della Madonna posta sulla sommità della cupola, in quanto a molti non piacciono i colori scelti, si attende il finanziamento di un progetto di manutenzione generale del Tempio votivo (oltre due milioni di euro il costo) che permetterebbe per la prima volta di mettere mano all’edificio con una reale ristrutturazione rendendo agibile anche il piano superiore sotto la grande cupola.
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