È Vianello il presidente del Consiglio

Chioggia. Prima seduta in municipio: molti volti nuovi, grandi assenti le donne
CHIOGGIA. È l’ingegnere Giorgio Vianello il nuovo presidente del Consiglio comunale. Nella prima seduta di Consiglio dell’era Romano Tiozzo, che si è tenuta ieri sera in una sala consigliare insolitamente affollata, sono state espletate le prime formalità, tra cui il giuramento del sindaco, che si è insediato mercoledì 13 giugno, e le nomine del presidente e dei due vicepresidenti. Nel testa a testa tra l’ingegner Vianello, già capogruppo di Forza Italia e candidato sindaco concorrente a Guarnieri nel 2002, e l’avvocato Massimo Aprile, neoconsigliere azzurro, che ha animato il totopresidente nelle ultime settimane, l’ha spuntata il primo, che ha ricevuto più consensi nell’ultimo direttivo di Forza Italia prima del Consiglio. Nella votazione del presidente, l’opposizione si è astenuta ad eccezione di Renzo Donin e dell’ex sindaco Fortunato Guarnieri che hanno espresso apprezzamento e stima alla persona (18 voti a favore e 13 astenuti).


La platea strabocchevole si giustificava con la curiosità di vedere per la prima volta la nuova composizione del Consiglio comunale e la nuova giunta. Molte le facce nuove. Tra i 9 consiglieri azzurri, 7 sono new entry rispetto alla formazione precedente: Manuel Penzo, Brunetto Mantovan, Andrea Da Re, Giuseppe Boscolo Palo, Massimo Aprile, Massimo Boscolo Zemelo, Giovanni Di Giovanni. Nuovi ingressi anche per l’Udc con Sandro Varagnolo e ovviamente per le liste che prima non sedevano in Consiglio: Giuseppe Casson e Massimiliano Tiozzo Caenazzo per la «Chioggia popolare», Silvano Dianin per la civica «Per Todaro», Sandro Marangon, Marco Dolfin, Marcello Gorini per la Lega. La novità di stare all’opposizione riguarda Lucio Tiozzo e Maurizio Salvagno per i Ds, l’ex sindaco Fortunato Guarnieri per la civica «Pagan-Guarnieri», Dario Fornaro per i Socialisti-Riformisti, Fabiano Gibin per la Margherita, Renzo Donin per gli «Amici». Nel nuovo Consiglio non figura alcuna donna. Nemmeno le surroghe dovute alle nomine in giunta hanno premiato le candidate in corsa.

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