Due scuole chiuse e 28 famiglie evacuate

CHIOGGIA. Ventotto famiglie evacuate, due scuole che rimarrano chiuse anche oggi fino a quando non si risolverà la situazione, centinaia di persone allarmate e preoccupate dopo aver respirato il fumo che fuoriusciva dalla vecchia struttura della ex Pergamar, e conseguente demolizione di una parte di questa struttura per fermare la “nube” che, da Brondolo, si stendeva fino a Sottomarina e Borgo san Giovanni, interessando anche l’area dell’ospedale civile.
Era cominciata come una banale combustione, praticamente senza fiamme, del materiale di coibentazione all’interno di una intercapedine muraria, ma è diventata un’emergenza che ha interessato tutta la città e tenuto impegnate le forze dell’ordine per molte ore. Mercoledì pomeriggio, alcuni operai stavano eseguendo dei lavori in un vecchio magazzino dismesso della ex Pergamar, un’azienda di trasformazione del pesce che ha chiuso i battenti alcuni anni fa. Per la precisione stavano lavorando sulla struttura di una cella frigorifera la cui pareti sono coibentate con uno strato di sughero e poliuretano racchiuso tra due pareti in muratura. Nella stessa intercapedine sono presenti anche tubi in gomma e plastica. Da un flessibile, o da un cannello per fiamma ossidrica (non è chiaro) sarebbe partita una scintilla che ha incendiato questo materiale. Ma la carenza d’aria ha fatto sì che, invece delle fiamme, la combustione producesse un fumo intenso e fastidioso alla respirazione.
Il primo intervento dei vigili del fuoco sembrava aver risolto il problema ma la zona era tenuta, comunque, sotto osservazione, a scanso di sorprese. E, infatti, dopo alcune ore, nel bel mezzo della notte, i residenti hanno sentito l’acre odore delle esalazioni invadere nuovamente le case: la combustione del materiale aveva continuato ad avanzare, lenta e invisibile, tra i muri, fino a quando il fumo aveva trovato nuove vie di fuga e si era sparso all’intorno. I vigili del fuoco, arrivati da Chioggia, Cavarzere e Mestre, hanno lavorato tutta la notte, dapprima tentando di aprire delle fessure nei muri per bagnare il materiale isolante, poi, vedendo che non bastava, hanno fatto entrare in azione due ruspe che hanno abbattuto le pareti interessate dalla combustione. Un lavoro, anch’esso, molto delicato, perché bisognava evitare di pregiudicare la stabilità della struttura e perché doveva essere condotto utilizzando protezioni particolari, visto che gli ambienti dei magazzini erano saturi di fumo. Quindi bombole di ossigeno e mascherine protettive.
Ne servivano talmente tante (dato anche il numero di operatori presenti in zona) che, ad un certo punto, i vigili del fuoco hanno dovuto richiederne una fornitura alla Protezione civile cittadina che, prontamente, le ha fatte pervenire sul luogo. Tutta l’operazione di spegnimento è stata condotta sotto la supervisione delle forze di polizia, in particolare commissariato e polizia locale, che hanno sorvegliato la zona e fatto da tramite con le altre istituzioni. Sul posto era personalmente presente anche il sindaco, Giuseppe Casson.
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