«Due lauree e anni di studi maestra grazie alla riforma»
Chioggia. Lo sfogo di Laura Catroppa dopo la sentenza del Consiglio di Stato che le restituisce il posto che le spetta, superata prima dai diplomati magistrali

CHIOGGIA. «Cari politici tutelate i laureati evitando la continua fuga di cervelli». L’appello a Renzi, Berlusconi, Salvini, Di Maio, Grasso, Boldrini, Meloni, Fitto, Parisi, Mastella, Lorenzin, Bonino parte da Chioggia con una lettera aperta inviata da Laura Catroppa, classe 1993, brillante laureata in Scienze della formazione primaria nuovo ordinamento con 110 e lode.
La Catroppa, delusa dall’accesso delle diplomate magistrali alle cattedre di ruolo senza concorso, aveva già deciso di fare le valigie quando è arrivata la sentenza del Consiglio di Stato che ha decretato illegittima la posizione delle diplomate in prima fascia imponendo l’ingresso nella seconda, con i laureati.
«La mia storia è la stessa di tanti altri», scrive la Catroppa, «da sempre ho sognato di fare la maestra e il mio percorso scolastico è stato dedicato a questo: il diploma in Scienze umane nel 2012, il test di ammissione a Scienze della formazione primaria e poi la laurea. Non mi sono pesati 40 esami, 200 ore di laboratori sulla didattica attiva e la temibile certificazione linguistica di inglese B2, perché era il mio sogno. Ho superato più volte quelli che credevo essere i miei limiti, progettando unità didattiche. Mi sono laureata perfetta nei tempi, con lode, con una tesi incentrata sulla pedagogia interculturale e la letteratura per l’infanzia. Era giugno 2017 e arrivavo giusto in tempo per l’aggiornamento delle graduatorie da abilitata ma, purtroppo, ho dovuto fare i conti con un’amara realtà: la corsa al ricorso». Le diplomate magistrali ante 2002 hanno iniziato a fare ricorso, e a vincere, entrando con riserva nella prima fascia delle graduatorie di istituto, riuscendo a ottenere il ruolo senza concorso. «Purtroppo il business sindacale non ha posto sbarramento alcuno», spiega la Catroppa, «per cui orde di persone improvvisate si sono unite alle maestre precarie storiche e hanno cominciato a fare supplenza. La mia seconda laurea è diventata improvvisamente carta straccia perché non dava accesso alla prima fascia, ma solo alla seconda. Anzi il mio titolo accademico valeva meno di un diploma. Mi sono rassegnata e ho iniziato a progettare un futuro fuori dall’Italia». La sentenza dell’adunanza plenaria del Consiglio di Stato ha però ribaltato le decisioni dei Tar e la situazione si è di colpo modificata. «È strano quello che ho provato», spiega la giovane, «non ho gioito perché le diplomate avevano perso, ma ho sentito che c’era stata giustizia. I ricorsi avevano creato una bolla insanabile, permesso l’ingresso a scuola di persone che non avevano mai fatto questo mestiere e a pagarne le conseguenze sarebbero stati i bambini e non sarebbe stato giusto». ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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