«Due escort per corrompere il capitano»
Motoscafista accusa un carabiniere: a processo per calunnia

L’ufficiale dei carabinieri Mario Marino e a destra Roberto Costalonga
Durante l'inchiesta nei confronti del motoscafisti abusivi del Tronchetto c'è chi ha tentato di tutto per smantellare le indagini, per screditare gli investigatori dei carabinieri. E, secondo le accuse del pubblico ministero Stefano Ancillotto, c'è chi avrebbe cercato di farlo anche con la calunnia. Ieri, il giudice Maria Rosaria Minutolo ha rinviato a giudizio un motoscafista irregolare, il 40enne Roberto Costalonga, che il prossimo 11 aprile dovrà rispondere davanti al Tribunale appunto di calunnia nei confronti di Mario Marino, capitano dei carabinieri che nel 2007 comandava il Nucleo natanti di San Zaccaria che ieri si è costituito contro l'imputato con l'avvocato Marco Zanchi. L'ufficiale dell'Arma, ora trasferito a Peschiera del Garda dove comanda la compagnia, non solo avevapartecipato alle indagini sugli abusivi del Tronchetto, poi condannati dal Tribunale, ma aveva anche sequestrato la lancia dello stesso Costalonga. Quest'ultimo, con una deniuncia presentata alla Gurdia di finanza, aveva sostenuto che il capitano era sostanzialmente un corrotto. Aveva riferito che Marino aveva ricevuto in regalo un lampadario da settemilacinquecento euro dalla vetreria «Cam» di Murano in cambio del fatto che aveva sequestrato il suo motoscafo, chre Costalonga aveva acquistato usato dalla stessa vetreria. Non solo. Avrebbe anche raccontato ai finanzieri della Stazione navale della Giudecca che, sempre allo stesso ufficiale dei carabinieri e a un maresciallo alcuni imprenditori di Murano avrebbe pagato due escort, Meggy e Paola, con le quali i due si sarebbero intrattenuti, avendo rapporti sessuali. Insomma, una tangente pagata col sesso in cambio dell'omissione di controlli sulle vetrerie. Prima di archiviare le accuse contro Mario Marino e far partire l'inchiesta per calunnia, il pm Ancillotto ha compiuto accertamenti. Tra questi, anche intercettazioni sui cellulari delle due giovani lucciole, che tra loro hanno smentito Costalonga, chiedendo una all'altra - dopo essere state chiamate e informate dai finanzieri - chi fosse questo Marino, che mai avevano incontrato e che tanto meno mai si erano portate a letto. Stessa fine hanno poi fatto le indagini per accertare se l'ufficiale avesse ricevuto un lampadario del valore indicato dal motoscafista abusivo. Nel 2006 Costalonga, tra l'altro, era finito in manette perchè era stato trovato con venti grammi di cocaina nascosti nelle mutande, nell'ambito dell'inchiesta che aveva coinvolto anche il maresciallo della Guardia di finanza Luca Serpente.
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