Due anni al direttore di banca
L'ex dirigente della Barclays di Noale era accusato di concorso in rapina

La conferenza stampa del settembre del 2010 sul blitz che portò all’arresto del direttore
TRENTO.
Alla fine ha patteggiato anche lui. E così ieri mattina è arrivata la sentenza anche per Francesco Bianchi, l'ex direttore della filiale della banca Antonveneta di Trento e della Barclays di Noale, e accusato di concorso in rapine per due colpi. La sentenza parla di due anni di reclusione - pena sospesa - e di una multa di 400 euro.
I colpi per i quali era stato indagato erano due. Uno della stessa sede in cui lui era direttore (rapina del 25 gennaio 2008) l'altro all'Antonveneta di Asiago (il 19 febbario dello stesso anno). Secondo l'accusa lui era il basista, aveva dato le indicazioni ai malviventi su come portare a termine al meglio l'operazione. A confessarlo era stato, lo scorso anno, uno dei componenti della banda che con le sue testimonianze ha permesso alle forze dell'ordine di sgominare il gruppo. «Tramite alcune persone - confessava nella deposizione ai carabinieri - ero venuto in contatto con Bianchi, direttore della filiale di Trento della Banca Antonveneta. Fu fondamentale in quanto in un incontro avvenuto qualche settimana prima (del colpo, ndr) ci consegnò uno schizzo con i locali della banca, precisandoci i tempi di apertura delle casseforti. Ci comunicò il giorno esatto in cui perpetrare la rapina, nel quale sarebbe stato più elevato l'importo della somma da asportare e che lui non sarebbe stato presente». Insomma, dettagli decisivi per il colpo. E i consigli furono importanti anche per la rapina alla filiale di Asiago, dove Bianchi era stato direttore fino a qualche tempo prima. Ma quando fu arrestato, nel settembre dello scorso anno, Francesco Bianchi lavorava a Noale, nella filiale della Barclays bank, nelle funzioni di direttore. Era lui che forniva le «dritte» alla banda di trasfertisti poi individuata dai carabinieri del nucleo operativo dei carabinieri di Mestre in collaborazione con i colleghi di Trento, Padova, Treviso e Palermo nell'indagine denominata «Pinocchio». Ora sul banco degli imputati resta ancora Raoul Da Re, nato a Oderzo ma residente a Breda di Piave, ex dipendente dell'Antonveneta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia
Leggi anche
Video