Donna muore a 52 anni. Ordinata l’autopsia
CAVARZERE
«Prima ero addolorata, ora sono arrabbiata, come lo sarebbe stata mia madre se avesse visto una cosa del genere capitare ad altri. Non è possibile morire a 52 anni in quel modo. Faremo tutto il possibile perché quello che è accaduto a lei non possa ripetersi». Giulia Quaglia ha 24 anni. Il mese prossimo si deve laureare e per lei, il fratello Alessandro diciottenne, il papà Raffaele e la mamma Carla Pilotto, sarebbe stata una festa. Certo, c'era quel tumore, scoperto da poco, che gettava un'ombra sul futuro. Ma Carla “era ottimista” racconta Giulia. «Aveva scoperto da poco di avere un tumore - continua - e si era affidata alla dottoressa Ghiotto dello Iov di Padova, uno dei migliori in Italia, per queste patologie». Una malattia allo stadio iniziale che, curata con la chemioterapia, non avrebbe dovuto turbare più di tanto la loro esistenza. Carla era una maestra elementare, da molti anni insegnava a Pettorazza Grimani, il marito agente di commercio e due figli studenti: una famiglia normalissima sulla quale la sfortuna si è abbattuta sotto la forma di presunta “malasanità”. Il 28 gennaio otto giorni dopo la seconda seduta di chemioterapia, Carla Pilotto ha iniziato ad avvertire forti dolori addominali. Seguendo le indicazioni dei medici curanti la famiglia ha chiamato, più volte, i numerosi recapiti telefonici forniti per eventuali emergenze. «Nessuno ha mai risposto», dicono i familiari che, a quel punto, l'hanno portata al pronto soccorso di Rovigo dove Carla «ha dovuto attendere oltre un’ora prima di essere sommariamente visitata, nonostante i fortissimi dolori che la facevano urlare. E mentre attendeva su una barella in sala d’aspetto, altri pazienti con patologie meno urgenti (tagli superficiali e simili) sono andati avanti. Nonostante le nostre rimostranze il personale paramedico si è dimostrato indifferente e addirittura irriverente, giungendo a scontri verbali con il marito». Un clistere e altre due ore di attesa, prima della tac, completano il quadro del trattamento inizialmente riservato alla donna, il cui ricovero è stato deciso solo all'alba e alle nove del mattino è entrata in sala operatoria, per una sospetta peritonite. Ai parenti è stato detto che le sue condizioni erano critiche, ma Carla è morta solo il 15 febbraio, «tra innumerevoli sofferenze». L direzione sanitaria ha ordinato l’autopsia. Ieri, nel Duomo di Cavarzere, gremito all'inverosimile, si sono svolti i funerali della donna. Ma la famiglia non intende lasciar perdere.(d.deg.)
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